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Luigi Ceccarelli

Opere

Incontro con Rama [1982]

per trombone e dispositivo di accumulazione

durata: 16'

edizioni Edipan

1° esecuzione: Roma, Nuova Consonanza, Istit. Naz. di Architettura – 25 Ottobre 83 – trombone – Renzo Brocculi

“Datemi un trombone e vi solleverò il mondo”: potrebbe essere la sigla di Luigi Ceccarelli, compositore fruttuosamente attento alle ricerche elettroacustiche, che ha infranto le belle pareti e il bel soffitto della sala di Palazzo Taverna (terzo concerto di Nuova Consonanza), lasciando il pubblico allo scoperto, in uno spiazzo misterioso, sperso nel cosmo. Il fenomeno — cioè questa sbalorditiva capacità del suono di crescere in una sorta di nembo fonico, incatenante e avvolgente — è durato per circa venti minuti, raggiungendo risultati inediti.

…Luigi Ceccarelli intitola “Incontro con Rama” questa sua evocazione elettroacustica affidata al trombone, dischiudendo evocazioni bibliche(“Una voce si ode da Rama / lamento e pianto umano / Rachele piange i suoi figli….), ma anche adombrando mitologia indiane. Il suono coinvolge, chissà, l’eroe Rama, nel quale si celebra una reincarnazione di Visnù. Come che sia, il suono di Ceccarelli viene di lontano e ha un peso.
(Erasmo Valente — L’Unità 27/10/1983)

Il romanzo di A. C. Clarke “Incontro con Rama”, da cui prende spunto questo lavoro, è una emozionante storia di esplorazione di un mondo futuro, un’astronave-pianeta giunta nei pressi della terra dalle profondità del cosmo. Un complesso e meraviglioso meccanismo, un perfetto pianeta-macchina costruito per il mantenimento di una vita biologica dove le macchine sono al servizio della natura.
Allo stesso modo questo “Incontro con Rama” racconta l’esplorazione di un universo sonoro gestito da due macchine, una molto antica ed una tecnologicamente molto avanzata: si tratta di un trombone, strumento tra i più antichi costruiti dal genere umano, e di un dispositivo elettroacustico di ritardo del suono realizzato tramite computer.
Le due macchine si compenetrano in perfetta simbiosi; i due esecutori (il trombonista e l’operatore elettronico) senza essere legati ad una temporizzazione predefinita reagiscono uno agli stimoli sonori dell’altro all’altro dando vita ad un unico corpo sonoro. Il significato di “Incontro con Rama” tuttavia non va ricercato nella tecnica ma nella dimensione più atavica e primordiale che il suono del trombone può evocare.

Incontro con Rama è pubblicato in LP

LP – Electravox Ensemble I (1986)

Renzo Brocculi trombone, Luigi Ceccarelli – dispositivo di feedback
durata:18′
Disco Edipan PAN PRC S20 – 3
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esecuzioni di Incontro con Rama
28 Apr 83 – Cosenza, Teatro Rendano
25 Ott 83 – Roma, Nuova Consonanza, Istit. Naz. di Architettura
05 Nov 84 – Porto Alegre (Bra), Teatro S.Pedro
08 Nov 84 – Montevideo, Istituto Anglo-Uruguajo.
14 Nov 84 – Buenos Aires, Centro Cultural S.Martin
14 Giu 85 – Roma, Festival di Villa Medici, Accademia di Francia
20 lug 85 – Città della Pieve
20 Ott 86 – Faenza, Interpreti della Nuova Musica, sala Dante
11 Giu 87 – Cosenza, Università della Calabria
18- 21 Mag 89 – Narni, Scenari dell’Immateriale
26 Set 89 – L’Aquila, “Performing Music”, Teatro S. Filippo
10 Dic 95 – Roma, Air Terminal Ostiense, Progetto Musica ’95
21 Ago 2016 – Vitlyke (Svezia), Center for the Performing Arts – Trb Ivo Nillson

“Incontro con Rama” è stato realizzato per la prima volta nel 1982 dopo un lavoro di assoluta complementarietà fra le indicazioni, le aspirazioni di Luigi Ceccarelli e la pratica tecnica di Renzo Brocculi: una splendida creatura generata in una sola settimana di serrato impegno realizzata con due tromboni, una tuba ed un complesso dispositivo elettronico per il ritardo e l’accumulazione dei suoni, fatto costruire dall’autore proprio per realizzare questo lavoro.
La scrittura di questa opera si muove su due binari principali: da una parte la preferenza rivolta alla dimensione timbrica ed alle microvariazioni spettrali, dall’altra la quasi completa assenza di melodia, nel senso usuale del termine. Il riferimento al ritmo del respiro, in alternativa al ritmo cardiaco (che la musica di solito privilegia), tuttavia, è l’unica base portante di tutta l’architettura sulla quale è concepito questo pezzo.
Certamente queste che abbiamo citato sono regole che rimandano più a concezioni orientali del suono che a quelle della nostra musica: in “Incontro con Rama” possiamo riconoscere chiaramente l'”OM”, il suono fondamentale generatore dell’universo secondo la mitologia indiana. Anzi possiamo dire che certamente “Incontro con Rama” non è altro che l'”OM” nella sua essenza più pura.
Per ascoltare questa musica è necessario superare l’apparente fissità del suono, ed entrare all’interno del suono stesso per scoprirne la sua estrema complessità ed la continua variabilità. Si potrà così percepire con una ritrovata concentrazione d’ascolto l’universalità che trasluce dal soffio del trombonista: un evidente riferimento alla primigenia cosmicità del respiro.
Ecco, allora, che la fissità delle atmosfere servirà a meglio percepire la complessa stratificazione timbrica che si realizza tra la voce del trombone dal vivo e questa stessa voce ritardata e sovrapposta a se stessa attraverso l’elaboratore. Il risultato di questo “Incontro con Rama” è un’opera di fascino sonoro, dove finalmente, la ricerca acustica si sposa felicemente con quella dell’universalità del sentire.

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