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Opere

GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEI [2015]

Regia di Eleuterio Ridolfi (1913)

Live computer soundtrack di Edison Studio
Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli,
Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani

Regia di Eleuterio Ridolfi
Ambrosio Film, 1913
sceneggiatura Arrigo Frusta (da un racconto di Edward Bulwer Lytton)
fotografia Anchise Brizzi
interpreti Fernanda Negri Pouget, Eugenia Tettoni Florio, Ubaldo Stefani, and Antonio Grisanti

Live computer soundtrack di Edison Studio
Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani

Durata: 56′
Co-Produzione: Edison Studio 2001 – Fondazione MM&T Milano

Rappresentazioni del film con la colonna sonora live di Edison Studio

16 nov 01 – Milano, Palazzina Liberty, Festival “Senza parole”
09 dic 01 – Roma, Goethe Institut, Edison Studio Incontri, Festival “Progetto Musica”
18 set 02 – Goteborg (Svezia), ICMC 2002 – opera selezionata nella sezione Videos for Cinema Screening
28 Ott 03 – University of Iowa, Iowa City (USA)
31 Ott 03 – UMKC Conservatory of Music, Kansas City, MO (USA)
01 Apr 06 – Roma, Festival Sensoralia, Teatro Palladium
17 Lug 06 – Ercolano, Festival delle Ville Vesuviane, Villa Ruggiero
28 Gen 07 – Messina, Istituzione Filarmonica Laudamo, Teatro Savio
30 Gen 07 – Catania, Associazione Musicale Etnea, Centro di Cultue Contemporanee “ZO”
07 Mag 08 – Padova, Amici della Musica, Impara l’arte, Cinema MPX
17 Mag 14 – Roma, Auditorium dell’Ara Pacis, ore 20:30 e 23, La Notte dei Musei

Pompeii Last Days Remix – Edison Studio con Ensemble Dissonanzen e VJ Lapsus (Andrea Pennisi)
06 Nov 18 – Napoli, Dissonanzen, Domus Ars
14 Nov 18 – Roma, 55° Festival di Nuova Consonanza, Teatro Palladium

Amori, filtri magici, vendette, cupe passioni. E nel finale l’eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C. distrusse Pompei. Una trama intricata per un film che segnò l’inizio di un genere con effetti speciali, complesse ed accurate scene di massa che furono decisive nel garantire successo in tutto il mondo a quella che il “Moving Pictures World” definì “una delle più belle storie di ogni tempo e Paese”.Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi e Alessandro Cipriani, alle prese con questo colossal muto del ’13, utilizzando le nuove tecnologie in tempo reale e differito hanno scritto una colonna sonora su più livelli: suoni simbolici, piani sonori complessi, dialoghi in lingue “improbabili”, riferimenti non naturalistici.

Il lavoro di composizione delle musiche è stato condotto a più mani, sperimentando procedimenti raramente praticati nell’ambiente entro cui si muove la “nuova musica”. La composizione vera e propria è stata preceduta da una fase di studio e di segmentazione dell’opera di Ridolfi e di discussione sulla natura e modalità del lavoro da realizzare.
I percorsi sonori e le dinamiche formali, come pure le scelte estetiche, prima ancora che tecniche, sono frutto di un’elaborazione comune

affinatasi nel corso dell’opera. La relazione con la drammaturgia de “Gli ultimi giorni di Pompei” è ispirata da una ricerca di sincronie come a volte, invece, di contrasti o vere e proprie forzature semantiche o linguistiche.

La musica de “Gli ultimi giorni di Pompei” si articola su più livelli, dallo “sfondo”, costituito dall’ambiente sonoro delle scene del film, fino alle “figure” in primo piano, rappresentazione non realistica dei dialoghi; ma già dall’interazione dinamica sfondo-figura si fanno strada significanze ben più complesse,

di pertinenza più propriamente musicale. Per alcuni di questi livelli è stata scelta la strada dell’intervento in tempo reale per raggiungere quella sincronizzazione altrimenti impossibile, oltre che per conservare l’emozione di una interpretazione dal vivo delle musiche, come nella tradizione del “muto”.

“Gli ultimi giorni di Pompei” reinterpretato da Edison Studio
in un racconto di Antonella Cilento

” […] Dal capolavoro di Bulwer Lytton, si legge nel primo quadro. E poi Pompei e le sue strade prendono vita e si rianimano di suoni, il mormorio elettronico, il brusio gorgogliante che dai computer degli Edison restituisce realtà al film. Voci senza parole, suoni per le emozioni di ogni personaggio, gorgoglìi acquosi per una pozione d’amore in realtà venefica, il dramma e la comicità, anche involontaria degli attori paludati e imparruccati che in peplo rivivono una Pompei di cartone, piena di donne svenevoli e di scene neoclassiche e art pompière. La strega che abita sul Vesuvio ricorda per un attimo Amelia (la strega che ammalia) e le arene coi gladiatori risuonano della vittoria dello scudetto della Roma, trombe incluse.

E’ un lavoro incantevole, questo di sonorizzare un film dando anima alle cose morte e suono a ciò che non può essere doppiato o commentato, un’idea geniale.
La cieca Nidia, che attraversa la scena oscillante, come una sonnambula o una mummia, l’occhio riverso, l’andamento incerto, colpisce Ida e la spaventa. Dell’eruzione, anche qui, fino a quando non si verifica, nessuno ha alcun sospetto. E quando il fumo sale e tutto brucia, Nidia porta in salvo l’uomo che ama, ma che deve cedere a un’altra, e li lascia fuggire in nave (eccola, la salvezza per le acque che in realtà non ci fu: ma Bulwer Lytton non sapeva che ottant’anni dopo gli scheletri dei rifugiati nel porto di Ercolano sarebbero stati ritrovati, i denti esplosi dal calore, il sangue bollito, anime che non avrebbero mai preso il largo) mentre lei, romantica eroina, si suicida in mare. […] ”
from “Storie e luoghi”, novels by Antonella Cilento – Il Mattino – August 2006

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