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Luigi Ceccarelli

Opere

Francesca da Rimini [2004]

di me io so che sempre d'amore mi lamento

musica Luigi Ceccarelli
su testo di Nevio Spadoni

regia Elena Bucci
interprete Chiara Muti
violino elettroco live Diego Conti

musica per voce, violino con elaborazione elettronica e suoni elaborati al computer
Diego Conti – violino elettrico a 5 corde
diffusione surround 4.1

prodotto da Ravenna Festival 2004
durata: 56″

rappresentazioni
28 – 29 Giu, 01 Lug 2004 Ravenna, Chiostro della Biblioteca Classense, Ravenna Festival

foto di Maurizio Montanari per gentile concessione di Ravenna Festival

Questo lavoro esiste soltanto in quanto frutto della collaborazione tra scrittura, musica, regia in fase progettuale e di composizione, arricchita in seguito dall’apporto dell’interprete.
I nostri percorsi spesso solitari si sono incontrati in una reciproca trasmissione di pensieri, suggestioni, intuizioni. L’apparente complessità creata dalla commistione di diverse discipline, diventa per noi un piacere di approfondimento e conoscenza.

Elena Bucci, Luigi Ceccarelli, Nevio Spadoni

sulla musica

La musica di Francesca da Rimini è una composizione per voci e violino elettrico elaborati, in gran parte dal vivo.. La voce di Chiara Muti è un riferimento timbrico e musicale che guida tutta l’opera, e attraverso l’elaborazione elettronica acquista una spazialità straniante così da proiettare Francesca in una dimensione senza tempo ed in uno spazio indefinito. Francesca, da tanti secoli ormai, confida a Paolo la sua passione, in un solitario monologo intimo, lucido e allucinato. Come in un bassorilievo o in un dipinto, l’azione è congelata, si compie per sempre e Francesca rivive continuamente il suo amore per Paolo, tragico e meraviglioso.
Nell’opera  lo strumento musicale portante è un violino elettrico a cinque corde, suonato dal vivo da

Diego Conti, amplificato ed elaborato in tempo reale. La tessitura sonora dello strumento varia attraverso variazioni timbriche e dinamiche: dallo strusciato leggerissimo delle corde – reso percepibile da un’amplificazione intesa come lente di ingrandimento acustica -, fino alla densità di una intera orchestra – realizzata sovrapponendo infinite volte il suono a se stesso in altezze diverse. Il virtuosismo del violinista, amplificato dall’elaborazione elettronica genera gli ambienti sonori e le atmosfere in cui si muove l’azione e l’emozione di Francesca.
Sono presenti inoltre vari interventi di personaggi dialoganti con Francesca,  facenti parti del suo immaginario. Questi sono realizzati con le voce elaborate di Chiara e di Elena Bucci.

L. C.

da Note di Regia

Francesca si muove in un luogo senza tempo, nel quale il distacco della passione degli umani diventa profonda comprensione del loro agire: qui, le parole colpa, inferno, amore adultero, perdono la loro abituale e terrena connotazione per diventare indicazioni di un percorso di salvezza, che prende forma attraverso la ripetizione consapevole di un tragico destino.

Francesca rivive la sua storia, tornando ad un corpo che quasi non riconosce più, senza il beneficio del sangue e l’oblio della morte, senza la concreta presenza dell’amante, per il quale ha perso la vita ma non la luce dell’anima. Attraverso il sentimento doloroso dell’assenza dell’amato – che potrebbe sembrare una condizione di permanenza all’inferno – ciò che si nomina colpa diventa spinta verso una via luminosa.

Elena Bucci

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