durata 50′

dizione Amelia Rosselli

danzatori Lucia Latour, Monica Mazzei, Bruna di Pasquale, Beverley Sandwith, Gloria Mujica, Olimpia Scardi, Monica Taroni

collaboratori Irina Harris, Gloria Mujica, Paolo Ricci
direttore tecnico Romano Martinis
tecnico del suono Tonino Battista

produzione compagnia Altro Teatro

rappresentazionI
12 giugno 84 – Roma, Teatro Ghione
20 – 26 marzo 85, Roma, Teatro Politecnico
29 aprile-5 maggio 1985 – Parigi, Paris Art Center

A partire dai cambiamenti esistenziali causati dai processi tecnologici, dai sistemi di conoscenza e dai concetti di vita nelle emozioni e nel modo di pensare, veniamo portati naturalmente alla necessità di un cambiamento ritmico.
Una delle codificazioni correnti tra suono, movimento, spazio, immagine e parola è effettivamente il ritmo. Scoprire un nuovo concetto di ritmo, la sua qualità, e i diversi modi di approccio è la ricerca sulla quale si basa questo lavoro. In questo spettacolo il rapporto fondamentale è quello che passa tra il movimento e il costume inteso come accessorio del corpo: dove la danza è determinata per dei residui di ritmo acquisito e rilasciato, dependente dagli oggetti stessi.

L’esistenza di un tempo preferito, quello della presenza dei danzatori, lo sfasamento dei ritmi, il ritmo luce-oscurità, i meccanismi regolatori, l’accoppiamento, la sincronizzazione sono le situazioni ritmiche strutturanti dello spettacolo. I danzatori si muovono, che siano visti o no: un sistema ritmico di rapporti tra luce e oscurità manipolato dagli stessi danzatori, questo è lo strumento a disposizione dello spettatote per rapportarsi a tutta l’azione teatrale. La struttura sonora è concepita come un collage di frammenti ritmici, che con le parole dette dal vivo, voci e suoni preregistrat, definisce una serie di referenze sulle quali, in quanto accessori sonori, si appoggiano le differenti azioni.