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Luigi Ceccarelli

Opere

Live* [2002]

Francesco Scavetta / Luigi Ceccarelli

coreografia Francesco Scavetta
musica e live electronics Luigi Ceccarelli
clarinetti Paolo Ravaglia
video Tone Myskja, Francesco Scavetta

Live*
Francesco Scavetta / Luigi Ceccarelli

per clarinetti preparati, live electronics e suoni elaborati al computer
diffusione surround 4.1
durata 60′

video editing: Tone Myskja
live video mixing Tone Myskja/Giampaolo Rampini
disegno luci: Ruth-Marie Bottheim
oggetti: Johannes Dimpflmeier
production leader Gry Kipperberg

Prix per la Musica per danza e teatro – Giugno 2003
30° Concours International de Musique et d’Art Sonore Electroacoustique de Bourges (Fr)

Commissione: Biennale di Venezia, settore musica e settore danza
produzione musicale: Edison Studio
produzione generale: compagnia Wee/Francesco Scavetta

con il supporto del Norsk Kulturfond, del Fond for lyd og bilde
e del Norwegian Foreign Affairs
in co-produzione con La Biennale di Venezia
con la collaborazione di La Corte Ospitale/Teatro Herberia di Rubiera (RE),
Teatro Comunale di Cesenatico, Teatro Comunale di Cagli,
Istituto Italiano di Cultura di Oslo, Progetto Sonora e BIT-Teatergarasjen di Bergen.

recensione

Il pubblico sta entrando in sala al teatro Vascello di Roma e Paolo Ravaglia al clarinetto basso suona già un’introduzione all’azione scenica Live*, nata da una collaborazione tra il danzatore-coreografo-filmaker Francesco Scavetta e il compositore Luigi Ceccarelli. Ci mette anche musica all’impronta Ravaglia. Ma non è questo che conta. Conta il fatto che questo preludio, pur sempre attribuibile alla scrittura di Ceccarelli è concepito a partire dalla cultura dell’improvvisazione radicale. Un Ceccarelli piacevolmente estremista. Il seguito della partitura, costruita in stretto contatto con Scavetta ribadisce questa felice scelta di utilizzo delle esperienze forse più esaltanti in tutta la musica dell’ultimo squarcio di secolo ventesimo e, ancora di più, di questo inizio secolo ventunesimo.
Nella fase di costruzione del lavoro Ravaglia ha “donato” i suoni dei suoi clarinetti alle macchine voraci e sapienti di Ceccarelli, che ne ha campionati parecchi per unirli ai suoni del live electronics, e poi altri ne ha lasciati (pur sempre scritti) al solista Ravaglia, sempre in scena anche come attore.
E Ravaglia smonta i clarinetti, li suona a pezzetti, utilizza una serie di sordine, emette soffi, note puntate, frasi guizzanti e nervose, suoni del sottosuolo e suoni dei viaggi spaziali. Ceccarelli ha scritto, Ravaglia interpreta e compone a sua volta con l’arte del virtuoso. Ma siamo sempre in piena poetica ceccarelliana: una poetica del disincanto della laica colloquialità…..

Mario Gamba, il Manifesto, 3 novembre 2006

rappresentazioni di Live*

15-17 giu 01 – Venezia, La Biennale, Teatro Fondamenta Nuove
24-25 set 02 – Cagli, Teatro Comunale
05 ott 02 – Sandnes (Norvegia), Kulturhus
10-11 ott 02 – Bergen (Norvegia), Oktoberdans Festival
12-15 ott 02 – Oslo (Norvegia), Ultima Festival/Black Box Teater
19-20 ott 02 – Trondheim (Norvegia),Teater Avant Garden
23 feb 03 – Longiano (Italia), Teatro Petrella
27 feb 03 – Genova, Teatro Archivolto/Teatro Modena
4-5 mar 03 – Catania, ZO Centro Culture Contemporanee
18-19 lug 03 – Bologna, Teatri di Vita, Vita nel Parco 5
26 lug 03 – Klagenfurt (Austria), Festival “zwanzig+”
15 ott 03 – Avellino, Festival Tempo Incerto, Teatro Carlo Gesualdo
22 nov 03 – Barinas (Venezuela), Teatro Orlando Araujo
25 nov 03 – Maracaibo (Venezuela), Teatro Baralt
27 nov 03 – Valera (Venezuela), Ateneo de Valera
30 nov 03 – Caracas (Venezuela),Teatro San Carlos
01 mag 04 – Cesenatico, Teatro Comunale
19 mag 04 – Potenza
11 giu 04 – Bourges (Francia), Festival IMEB, Theatre Jacques-Coeur
3-4 dic 04 – Tartu (Estonia), D.A. Festival/Harbour theatre
8 dic 04 – Tallin (Estonia), Kanuti Gildi SAAL
30 ott, 1nov 06 – Roma, 43° Festival di Nuova Consonanza, Teatro Vascello
16 nov 06 – Repubblica San Marino, Teatro Nuovo di Dogana, stagione
2-4 mar 08 – Roma, Teatro Furio Camillo, Rassegna ETI
6 mag 08 – Firenze, Stazione Leopolda, Spazio Musica
7-9 mag 09 – Vancouver (Canada), The Dance Center – Summer Dance 2009, Scotiabank Dance Centre
21 apr 10 – Beirut (Lebanon), Bipod-Beirut International Platform of Dance, Maqamat Theater of Dance
4 Lug 10 – San Pietroburgo (Russia), Dance Festival Tyuz (Teatr Yunkh Zriteley)

DVD Cultures Electroniques n 18
contiene
Live (estratto)
durata 7:30
2005
DVD/CD: LDC 278079/1 serie IMEB/UNESCO/CIME

CD – Nuove Creazioni per la Biennale
(musiche di Ceccarelli, Galasso, Mancuso)
Live* (parte I e II) (suite)
per clarinetti preparati e suoni di clarinetti
clarinetto Paolo Ravaglia
durata:3’45″ + 3’ 53″
CD La Biennale di Venezia.
2001

Sviluppatosi a partire da un’ investigazione su visione e illusione, quotidianità e irrealtà, artificialità e travisamento, lo spettacolo si svolge in un ambiente acustico e visivo dove la realtà e la sua riproduzione elettronica/virtuale non sono mai chiaramente definiti, ma s’intersecano continuamente, creando tra loro relazioni complesse e variabili. La performance ha concretamente luogo in un set di telecamere e monitor, un ring dove la tecnologia è presente e dissimulata, dove la visione e la percezione del suono sono costantemente messi in gioco. A causa della triangolazione tra telecamere e monitor e della sovrapposizione di diverse sorgenti di immagini, si creano vari livelli di realtà, non solo tra quello che succede in scena e quello che si vede sullo schermo, ma all’interno dello schermo stesso. La realtà della scena, ripresa in diretta, non coincide con la sua riproduzione sullo schermo. E’ come se un corto circuito nella trasmissione delle immagini proiettasse una realtà complessa che giustappone/mischia reale e pensiero, allucinazione e memoria, come un flusso continuo d’interferenze.

La partitura musicale di Live* è costruita con i suoni del clarinettista Paolo Ravaglia, che ha dato con la sua originalità ed abilità tecnica un contributo significativo alla realizzazione dell’opera. Nella performance vari pezzi di clarinetti sono smontati e rimontati continuamente, così da ottenere vari assemblaggi di strumenti improbabili, con l’aggiunta di sordine di ogni tipo.

Questi strumenti “inventati” permettono una maggior varietà di suoni e di timbri, da quelli profondi del clarinetto basso, fino ad acutissimi armonici, ineseguibili con lo strumento tradizionale. I suoni del clarinetto vengono amplificati e, tramite una partitura programmata al computer, elaborati elettronicamente e diffusi nello spazio da un sistema di ascolto multicanale. Ai suoni eseguiti dal vivo ne vengono sovrapposti altri, realizzati in precedenza e ottenuti dall’eleborazione digitale dello stesso clarinetto. Il risultato sonoro di LIVE* è vario e complesso, pur essendo gestito da un unico esecutore. Il clarinetto diventa uno strumento polifonico e multidimensionale, sempre in bilico tra lo spazio materico della virtuosità esasperata e lo spazio virtuale, dove tempo e spazio prendono parte al gioco creativo del suono.

Elaborata in contemporanea con la partitura musicale e in gioco costante con l’esecuzione dal vivo, la danza include la teatralità del gesto quotidiano e, allo stesso tempo, l’artificialità dell’essere naturali. L’ideale di Scavetta, o meglio, la sua utopia è, in fondo, l’atletismo derisorio, l’acrobazia assurda di un corpo in “equilibrio”, intendendo quello stato di fragilità, non solo fisica, in cui in ogni momento è possibile cadere, anche se ciò non succede. Un movimento che non si mostra, ma accade. Una manipolazione disarticolata del corpo, un concentrato di fluidità e deformazione, di humor e follia.

recensione

Una poesia leggera del corpo, una svagatezza sotto la quale si nasconde sotto-traccia una ricerca tutt’altro che improvvisata, anima in Live* la danza incantata e beffarda di Francesco Scavetta, impastata con ruvida intelligenza nello spazio sonoro creato dalla musica elettronica di Luigi Ceccarelli e dalla performance dal vivo di Paolo Ravaglia con i suoi clarinetti……
Scavetta è un danzatore, ormai coreografo, che gioca con carezza onirica sul rapporto tra gesto quotidiano e movimento puro della danza. In Live* lo prova con

uno spettacolo nel quale l’entrare e l’uscire dalla realtà, l’interrogarsi sulla relazione uomo/macchina vive di un faccia a faccia shakerato. Scavetta si sdoppia, a volte si triplica nel video che vediamo in alto, sullo sfondo della scena. Ma nessuno può capire se le immagini sono pre-registrate o se si fanno lì per lì. Scavetta e compagni utilizzano telecamere mobili, oggetti telecomandati. Divanetto rosso, portacenere blu. Scavetta è seduto, perde l’equilibrio, dinoccolato danza. Il video lo riprende, lo blocca in pose che

contraggono il tempo, poi tutto ricomincia, sopra e sotto, mentre il suono amplificato, stravolto del clarinetto incalza, sottolinea, suggerisce, avvolge. Tecnologia in cui non si perde il contatto con l’uomo e il suo humour, evitando miracolosamente l’ipnosi dello schermo sulla corporeità della scena. Scherzi tra virtuale e reale a cui partecipa un gigantesco Godzilla gonfiabile. A ricordarci che si può non essere banali anche senza prendersi troppo sul serio.

Francesca Pedroni, Il Manifesto, 3 novembre 2006)

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