– Premio Speciale per la musica UBU, Milano 2002
– Premio Speciale per la musica MESS Theatre and Film Festival, Sarajevo 2002
– Premio Speciale BITEF International Theatre Festival, Belgrado 2002
musica e sound design di Luigi Ceccarelli
per voci, trombone, ambienti e macchine del suono
diffusione del suono 10.1
interpreti
Renzo Brocculi – trombone
Elena Sartori – Canto Gregoriano
compagnia Fanny & Alexander
ideazione Chiara Lagani e Luigi de Angelis
drammaturgia Chiara Lagani
regia Luigi de Angelis
personaggi
Afrodite Regina di Cuori (Elena Sartori)
Psicopompo Bianconiglio (Marco Cavalcoli)
Alice Psiche (Chiara Lagani)
sorelle di Psiche (Francesca e Sara Masotti)
Pan Incubus (Mirto Baliani)
Voce di Eros Valerio Michelucci
scene e luci Luigi de Angelis
ufficio stampa Davide Savorani
organizzazione e promozione Simona Morgagni,
Davide Savorani e Sergio Carioli
durata: 120′
Requiem è un esperimento di teatro musicale. E’ stato concepito come fosse un’opera lirica contemporanea, pur mantenendo appieno lo statuto di spettacolo teatrale. Lo spettacolo, in virtù di questa sua specifica natura sperimentale, di riflessione del rapporto tra due codici (musica e teatro) è stato sostenuto e prodotto dal Ravenna Festival.
Requiem è anche una riflessione sul linguaggio del mito e sulla tradizione. Lo spettacolo narra di un abbandono e della disperata ricerca condotta attraverso un inferno che è tutto interiore. Il mito di riferimento è il celebre “Amore e Psiche” raccontato da Apuleio nell’ “Asino d’oro”.
Lo spettacolo, nato per spazi monumentali, (lo storico cimitero monumentale di Ravenna), prevede una versione al chiuso, concepita per spazi teatrali.
IL MITO
Il problema del Requiem, della morte, dell’abbandono, è il problema della fascinazione per l’anima. E al centro di ogni fascinazione per l’anima sta la bellezza irresistibile della più bella forma creata. Ciò che ci attrae di questa bellezza non è il divino, ma il mortale, Psyche, la mortale Psyche umana. Il nostro Requiem è un documento interiore, un’offerta di materiali nudi, alla ricerca di un amore perduto, la preparazione di un’opera compiuta che, forse, seguirà, nel tempo e nella vita. Il soggetto è davvero semplice. È la favola di un abbandono, di una ricerca, e del modo in cui, eroicamente, si va a morire nell’inferno delle nostre perdite. È un apologo edificante il cui finale, di necessità, resterà aperto.
LA FABULA
Psyche è una bellissima fanciulla, triste, incline al suicidio, piuttosto priva di esperienza, legata d’ingenuo rapporto alle sorelle e agli dei. Afrodite è contro Psyche. Le manda il figlio Eros, a punirla. Eros s’ innamora di Psyche. Psyche è costretta ad avere fiducia in Eros, perché la meta dell’amore di Eros è da sempre solo Psyche. Afrodite va contro tale amore. Ma Psyche deve trovare il suo stile d’amore, contro tutti e tutto, a dispetto della promessa fatta ad Eros di rinunciare a sapere qualunque cosa di lui. Infrangendo la sua promessa di fedeltà, anche spinta dalle sorelle, Psyche insiste sulla precedenza da dare all’amore e, per amore, mette a repentaglio la sua stessa vita. Dunque Psyche è torturata dall’amore. Eros brucia, ferito dallo stesso amore, soprattutto dopo avere allontanato Psyche. Psyche affronta certe prove o fatiche che Afrodite le propone senza speranza né energia, senza amore, inconsolabile. Il tormento continua finché l’opera non è completata e Psyche, trasfigurata, si unisce ad Eros. La loro lunga separazione, le fatiche di Psyche, i reciproci tormenti, sono l’immagine del nostro Requiem. Esso è una favola di redenzione che non esclude la tortura, il suicidio e Ade.

fotografie: Enrico Fedrigoli
immagini video: A. Zapruderfilmmakersgroup
costumi: Chiara Lagani, Laura Manzari
scenotecnica: Jacopo Pranzini, Sara Masotti, Claudio Pamelin, Sara Guberti, Antonio Barbadoro
coproduzione Ravenna Festival, Kulturfabrik Kampnagel (Hamburg), Fanny & Alexander,
1ª rappresentazione: Ravenna, Cimitero Monumentale, Ravenna Festival – 1 Luglio 2001
rappresentazioni di Requiem
01-04 Lug 01 – Ravenna, Ravenna Festival
11-15 Lug 01 – Torriana (Rimini), Festival Santarcangelo dei Teatri
29-30 Nov, 01 Dic 01 – Ravenna, Teatro Rasi, Stagione del Ravenna Teatro
14-16 Dic 01 – Scandicci (Firenze), Teatro Studio, Stagione Teatrale
17-19 Apr 02 – Milano, CRT, Teatro dellArte
10-13 Mag 02 – Amburgo (Ger), Kampnagel, Festival Teatro Città
22-24 Set 02 – Beograd (YUG), BITEF International Theatre Festival
23-24 ott 02 – Cardiff (UK) International Festival of Musical Theatre, Memorial Hall Theatre
18 ott 02 – Sarajevo (Bosnia) MESS Festival
04-06 nov 02 – Leuven (Belgio) Stuk Kunstencentrum
29-31 mag 02 – Roma, Teatro Vascello
recensioni
….Arriviamo al luogo: un muro rosso, nudo, lapide o soglia dell’aldilà. Attorno è un’arcadia di cespugli e boscaglia, fra i rami si staglia la statua bianca della Venere di Milo: Un ronzio sonoro diventa un rombo assordante che si sposta; mosconi, calabroni sfrecciano…… Il muro si accende: luci, fuochi, la scena si anima. Nell’aria lacerata dai suoni ovunque, corrono i gesti e le voci degli interpreti in gara di bravura tra loro…. Luigi Ceccarelli è il signore del tuono. Nella sua fucina le voci diventano polifonie metalliche, taglienti di cattiveria. Gli smarrimenti e i vaniloqui di Psyche generano marosi in tempesta, spalancano abissi, uno, mille tromboni riversano tonnellate si suono, come si svegliassero le navi che dormono poco lontano. Ma dalla statua di Afrodite nasce un canto: Requiem Aeternam, poi Kirye, Dies Irae, Lacrimosa, Agnus Dei. La melopea gregoriana è un canto di sirena o distrega, seducente e terribile che si rifrange, si amplifica, combatte con le parole. Nella dimensione sonora il dramma di coppie ed antagonisti – Eros e Psiche, Afrodite contro Psyche – si muta in binomio psyche e techné. Qui la meraviglia cavalca a briglie sciolte, la tecnologia elettronica dona alla parole un’aura, uno strapotere emotivo che seduce e ammalia. La metamorfosi è continua: suono, rumore, canto, parola, musica si compenetrano, si generano uno dall’altro in una drammaturgia uditiva che azzera il tradizionale dualismo parola/musica. E’ un teatro nuovo e dunque benvenuto, un neo-barocco tecnologico forse fin troppo seduttivo e immaginifico; un fiume in piena che già reca in sé il bisogno di un argine che ne disciplini il corso. Chapeau!”.
Giordano Montecchi – L’Unità 8/7/01
….Requiem: proprio un’opera di superbo valore creativo, bellissima in sé e che meriterà nuovi incontri e approfondimenti. Lunghissimi, commossi gli applausi al termine per tutta la compagnia….
Valeria Ottolenghi – La Gazzetta di Parma
…Lo spettacolo trae effetti suggestivi dal bell’impianto scenografico, da qualche intuizione penetrante – fra cui quella di evocare l’Aldilà come un mondo bidimensionale di labili immagini fotografiche – e dalla trascinante musica elettronica di Luigi Ceccarelli, una complessa partitura per strumenti, voci, rumori naturali, che passando da remote liquidità a sonorità potentemente raschianti sembra davvero richiamare echi d’oltretomba….
Renato Palazzi – Il Sole 24 Ore 8/7/2001
“Costruito come un’opera con partitura musicale (la straordinaria partitura di Luigi Ceccarelli), il Requiem scritto sulle corde di un viaggio infero, prende a prestito Carroll e la plasticità della fotografia e gioca con la parola come pochi giovani gruppi sanno fare. Un gioiello di suoni e affastellamenti vocali microfonati”
Paolo Ruffini – Liberazione
…Il Requiem di Luigi Ceccarelli mette in forma la questione della fascinazione dell’anima, della morte, dell’abbandono, le fatiche di Psiche, troppo bella per essere amata, “troppo bella”, urla Afrodite gelosa, troppo bella per la mostruosità terrorizzante, troppo piena d’amore per essere amata dall’amore stesso….
Elisa Fontana – La Voce 12/6/2001
…I suoni lacerano lo spazio, frantumandone i contorni, accordandosi con l’oscura musica della nostra mente. Un Requiem dei sensi, basso, terragno, affiancato a quello puro e irreale del canto di Afrodite, dall’alto della Cava: risoluzione drammaturgicamente imponente dell’intera partitura sonora.
Laura Romasco – La Voce 12/6/2001
….Ed è anche straordinariamente serio e appassionante il lavoro condotto con Luigi Ceccarelli, che ha costruito un tessuto sonoro di grande forza e suggestione….
Oliviero Ponte di Pino – A teatro 27/7/2001
“Requiem esalta la grandezza di un lavoro corale tanto impegnativo quanto affascinante, tanto difficile nel contenuto, quanto immediato nella lettura. Viene da dire che meglio di così è difficile rappresentare il problema della morte, dell’abbandono, e della fascinazione che questi esercitano sull’anima.
Il Corriere di Rimini


