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Luigi Ceccarelli

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Recensioni concerto a Montreal 2003

Ott , 16
Recensioni concerto a Montreal 2003

Mini-opere acusmatiche.
Espace Go, 16 ottobre 2003.
L’attuale edizione de “Rien à Voir” scopre dei mondi ancora sconosciuti. Giovedì sera, c’era l’elettroacustica all’italina. ……..L’invitato del giorno alla consolle, il compositore Luigi Ceccarelli, presenta…alcune delle sue opere. Qui, si entra a pieno titolo nel tipico mondo dell’opera italiana, rivista e corretta dell’elettroacustica.
Nei primi tre pezzi che propone, Ceccarelli scrive realmente dei concentrati di Opera incredibilmente efficaci. I libretti descrivono sia la religione, che il potere politico e una forma di totalitarismo. “A propos de la chambre à coucher de Philippe II dans lÍeglise de lÍEscorial” si rivela un’opera possente, spaventosa. Le immagini contratte e meccanico-surrealiste del testo (noi ascoltiamo una versione francese per comprendere tutto) gelano già il sangue. La musica, lei, viene a rinforzare l’effetto.
Ceccarelli usa delle distorsioni della voce da far sbavare di gelosia i registi di fiòm dell’orrore di Holliwood, con degli “effetti speciali” da far fuggire di paura la gente dalle sale dei cinema. Cinema per l’orecchio che si chiama talvolta acusmatica. E’ esattamente quella, e Orwell l’avrebbe adorata!
Si prosegue con “Tupac Amaru”, e ci si scontra con una leggenda inca della prima rivoluzione di questo popolo contro i conquistadores negli anni 1780 e con i moti anti-Fujimori (Funky-Fucky-More nel libretto). La traduzione è proiettata su schermo, alla maniera dei sottotitoli nell’opera tradizionale……. LÍutilizzazione della diffusione nello spazio è notevole, il ritmo e le citazioni dei generi musicali appropriati, e ci si dice, ecco l’equivalente di un’opera di cappa e spada di Verdi.
Più pregnante, “Exsultet” comincia una lunga zona di pace, su canto gregoriano manipolato, e zona meditativa che si vede avvelenata d’orrore, ancora, come se i fremiti di disgusto servissero da arnesi di condanna. Lo svolgimento è qui più sostenuto, la qualità dell’opera è anche nettamente più grande delle prime due per il suo respiro e la sua direzione intrinseca. Con un proposito più astratto, la musica si permette di prendere più spazio e si ammira il talento di Ceccarelli a farci rimanere inchiodati alla nostra sedia dalla sola ispirazione portata dalle sue convinzioni, che ci obbliga, per il tempo di un pezzo, a condividere. Come riuscita drammatica, è stato il gran momento del concerto……….
François Tousignant – Le Devoir (Canada) 19 ottobre 2003

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