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Opere

FAUST- con l’Opera di Pechino [2015]

testo di Li Meini basato sul dramma “Faust: prima parte” di Johann Wolfgang Goethe
traduzione Fabrizio Massini
progetto e regia di Anna Peschke
aiuto regista Xu Mengke

FAUST – una ricerca sul linguaggio dell’Opera di Pechino

testo di Li Meini basato sul dramma “Faust: prima parte” di Johann Wolfgang Goethe
traduzione Fabrizio Massini
progetto e regia di Anna Peschke
aiuto regista Xu Mengke

musiche originali
Luigi Ceccarelli
Alessandro Cipriani
Chen Xiaoman

con
Liu Dake – Faust
Xu Mengke – Valentino
Wang Lu – Mefistofele
Zhang Jiachun – Margherita

musicisti
Vincenzo Core (chitarra elettrica ed elaborazione elettronica)
Wang Jihui (jinghu)
Niu LuLu (gong)
Laura Mancini (percussioni)
Ju Meng (yueqin)
Giacomo Piermatti (contrabbasso)
Wang Xi (bangu)

scene Anna Peschke
luci Tommaso Checcucci
costumi Akuan
trucco Li Meng

direttore tecnico Robert John Resteghini, capo macchinista Massimo Abbondanza, macchinista Alfonso Pintabuono, capo elettricista Tommaso Checcucci, fonico Giampiero Berti, sarta Li Jian
Elementi scenici costruiti nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro da Gioacchino Gramolini Emilia Romagna Teatro Fondazione / China National Peking Opera Company
Si ringrazia per la collaborazione Confucio Institute

Prima assoluta Bologna, Arena del Sole, 8 -14 ottobre 2015 nell’ambito di VIE Festival 2015
Modena, Teatro delle Passioni, 20 – 25 ottobre 2015 nell’ambito di VIE Festival 2015

Confrontarsi con una tradizione secolare come quella dell’opera cinese per due musicisti europei riserva molte sorprese. Ad esempio considerare la musica pentatonica come una musica semplice si rivela un giudizio superficiale. Tramite il lavoro in comune, infatti, si arriva a capire quanto invece questa musica possa avere mille risvolti di complessità attraverso variazioni ritmiche inaspettate e soprattutto quanto la grande coerenza di questo aspetto ritmico in relazione al movimento e al fraseggio degli attori sia indissolubile. Ci siamo dunque posti di fronte a questo mondo così organico fra testo, teatro, movimento e musica creando un secondo strato sonoro, parallelo ma completamente integrato, laddove l’espansione timbrica degli strumenti cinesi e di quelli occidentali ne coglie elementi comuni,come se gli uni avessero davvero bisogno degli altri per evolversi verso lidi nuovi.

In questa versione del “Faust” viene posto in essere un incontro fra musica composta da un autore cinese su modalità melodiche tradizionali (per 4 voci, jing hu, yue qin e percussioni cinesi) e musica composta da due autori italiani (per contrabbasso, percussioni, chitarra elettrica ed elaborazione elettronica). In un certo senso i tre strumenti cinesi rappresentano l’essenza degli organici ben più vasti che si riscontrano nelle performance dell’opera tradizionale cinese: uno strumento ad arco, uno strumento a corda e le percussioni. Allo stesso modo la nostra scelta dell’organico si è posata su tre tipologie di strumenti tra i più rappresentativi della musica contemporanea.Anche le parti elettroniche sono rielaborazioni di suoni provenienti dagli strumenti stessi, sia cinesi, sia europei.

In questo senso l’elettronica rappresenta quasi una lente d’ingrandimento con cui ascoltarli in modo diverso e diventare un ponte fra le culture. Mediante la tecnologia elettronica gli strumenti e le voci vengono anche posti in uno spazio sonoro multidimensionale, un ambiente che si evolve con la drammaturgia e diventa anch’esso lo spazio acustico del racconto.
Luigi Ceccarelli e Alessandro Cipriani

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