01 / 01
Architecture buro

Opere

METROPOLIS [2023]

Edison Studio
colonna sonora originale per il film
Metropolis di Fritz Lang

creata ed eseguita da
Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Vincenzo Core, Andrea Veneri

Produzione Edison Studio 2023

nuova colonna sonora elettroacustica
per il film

METROPOLIS   (1927)
di Fritz Lang
versione restaurata del 2010, durata 148 minuti

creata ed eseguita dal vivo da Edison Studio
compositori – esecutori
Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Vincenzo Core, Andrea Veneri

con il contributo vocale di Anna Clementi
e di Martin Figura, Eric Moser, Marco Noia, Andreas Otto

film B/N, versione originale con cartelli in tedesco sottotitolati in italiano,
fornito da Cineteca di Bologna
restauro realizzato nel 2010 da Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung, Wiesbaden
in collaborazione con Deutsche Kinemathek – Museo per il cinema e la Televisione, Berlino
insieme a Museo del Cine Pablo C, Ducros Hicken, Buenos Aires

una co-commissione Milano Musica, Ravenna Festival
con la collaborazione di Tempo Reale – Firenze

prima esecuzione
Milano, 11 maggio 2023 | ore 20
MEET Digital Culture Center – Theater
32° Festival MILANO MUSICA | 2023

Ravenna, 16 giugno 2023
Teatro Alighieri
34° RAVENNA FESTIVAL | 2023

Roma, 30 novembre 2023
Parco della Musica, Teatro G. Borgna
60° Festival di Nuova Consonanza 

Bisceglie (BT), 21 dicembre 2023 ore 20:30
Politeama Italia, Sonimage

https://it.wikipedia.org/wiki/Metropolis_(film_1927)

sceneggiatura  Fritz Lang, Thea von Harbou
fotografia          Karl Freund, Gunther Rittau
attori   Alfred Abel, Gustav Frohlich, Brigitte Helm, Rudolf Klein-Rogge, Fritz Rasp, Olaf Storm, Theodor Loos, Erwin Biswanger, Heinrich George, Hans Leo Reich, Heinrich Gotho, Margarete Lanner, Max Dietze

La colonna sonora di Edison Studio per Metropolis

 Dopo numerose fortunate esperienze precedenti con alcuni grandi capolavori del cinema muto, nel 2023 il collettivo di compositori-esecutori Edison Studio ha prodotto una nuova colonna sonora originale di quello che forse è il più visionario tra i film muti: Metropolis, di Fritz Lang. La pellicola è presentata qui nella sua versione più completa mai ritrovata, frutto di un raffinato lavoro di restauro del laboratorio Alpha-Omega Digital GmbH di Monaco di Baviera, portato a termine nel 2010. Unanimemente considerato il capolavoro di Fritz Lang, Metropolis è annoverato tra le opere simbolo del cinema espressionista, ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Blade Runner e Matrix.

Edison Studio con Metropolis riprende l’antica tradizione del film muto con accompagnamento musicale dal vivo, realizzando un’originale composizione che mescola e fa interagire tra loro suoni vocalici, suoni strumentali, meccanici ed elettronici e suoni d’ambiente: suoni creati ad hoc, ma anche attinti da fonti sonore prese in prestito dalla natura e dalla storia della musica, portando sulla scena strumenti acustici, tradizionali e non, objets trouvés, strumenti informatici, tutti orchestrati e trasformati dal vivo con le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e con le tecniche di diffusione del suono delle colonne sonore del cinema contemporaneo. Il carattere futuristico e visionario del film di Fritz Lang si presta perfettamente al lavoro creativo di Edison Studio, basato sulla ricerca e sperimentazione di sonorità possibili e “impossibili” che nascono dall’interazione creativa con il film, a volte espandendone le intenzioni poetiche, a volte reinterpretandone l’orizzonte drammaturgico-narrativo e la vasta gamma delle possibili implicazioni simboliche.

La composizione della colonna sonora per Metropolis, come per ogni precedente lavoro per il cinema realizzato da Edison Studio, è stata creata partendo dalla struttura e dalla drammaturgia del film, ed è stata preceduta da un lungo lavoro di analisi della pellicola e da una riflessione a più voci in cui diverse esperienze pregresse si mettono al servizio di un lavoro comune. Nell’affrontare una condivisione del lavoro si smussano le differenze, in un’esperienza comune fatta di contributo critico e di ascolto, scambiando e mettendo al servizio di tutto il Collettivo idee e suoni, interpretazioni e linguaggi, nella convinzione che un lavoro a più mani consenta una tavolozza timbrica ed espressiva più ricca e obiettivi più ampi. L’esperienza di composizione collettiva, portata avanti da più di venti anni, ora è un tratto caratteristico del gruppo Edison Studio e si riflette in ogni opera realizzata dove le diverse personalità diventano ormai inscindibili.

Seppur indissolubilmente legata alla drammaturgia del film, la musica per Metropolis non si uniforma completamente al film per esserne meramente

 al suo servizio, né per dare una rappresentazione sonora realistica alle immagini mute fornendo loro una voce o un suono. Piuttosto, pur nel rispetto delle intenzioni del regista e dello sceneggiatore, della loro poetica e delle tensioni espressive disegnate nella loro opera, la musica per Metropolis aspira ad essere un’espansione del film di Fritz Lang. Il ritmo delle immagini diventa così “musicale” a sua volta, reinventandone il tempo audiovisivo e mettendone in luce spazi e tempi altrimenti nascosti. La colonna sonora di Metropolis è intesa quindi come un tutt’uno, in cui anche i materiali extra-musicali, quelli che riduttivamente si potrebbero definire “effetti sonori”, sono parte integrante della musica. E lo sono persino i materiali verbali generati dai dialoghi, da noi ricostruiti, e per i quali ci siamo rifatti alle fonti letterarie. Infatti l’emozione della voce, normalmente assente nei film muti, qui viene spesso restituita, a volte prescindendo dal contenuto strettamente verbale, altre volte partendo dal suono naturalistico delle parole e utilizzandolo per dare un’identità non solo emotiva, ma anche propriamente musicale ai vari personaggi e situazioni sceniche. Una musica dunque complessivamente intesa come “suono organizzato”, rifacendoci al pensiero di Edgar Varèse.

Nell’interazione fra la musica dal vivo e il film muto, in relazioni di parallelismo o di contrapposizione, si producono processi significanti nel dominio del tempo e dello spazio audiovisivo, oltre che nell’interpretazione generale dell’opera. In particolare, il lavoro sullo spazio sonoro, realizzato da Edison Studio in surround 7.1, crea dimensioni immersive che entrano in relazione con i diversi livelli dello spazio di Metropolis. Il suono, impossibile da creare negli anni venti del ‘900, viene immaginato e reinventato, e in tale veste si può ascoltare oggi, negli anni venti del 2000, anni in cui, tra l’altro, il film è ambientato. Per ogni ambientazione del film è stato quindi creato uno particolare spazio sonoro: la città alta dei ricchi, ispirata a modelli architettonici futuristi e realizzata all’epoca con tecniche d’avanguardia; Yoshiwara, la casa di piacere nella zona dei divertimenti di Metropolis; la città degli operai, buia e situata nel sottosuolo; la fabbrica immensa e visivamente straordinaria, con la “macchina M” che scandisce ritmicamente il lavoro inumano degli operai e gli orologi che contano implacabili le dieci ore lavorative; le catacombe, situate a un terzo livello sotto la città degli operai, dove essi si incontrano clandestinamente; i giardini eterni, dove i figli dei ricchi si divertono inconsapevoli dell’esistenza dei livelli inferiori. Il disegno dell’ambiente sonoro e la musica che accompagna i personaggi, i dialoghi e le azioni entro cui le scene si sviluppano, generano una sovrapposizione di differenti strati sonori. L’organizzazione formale rappresenta dunque una sintesi del contrappunto e della dialettica che si instaura tra gli strati sovrapposti audiovisivi, entro l’architettura generale disegnata dalla struttura narrativa di questo capolavoro assoluto della storia del cinema.

Recensioni

The New Noise, 30/11/2023
Toni De Martino

Il collettivo romano Edison Studio, fondato nel 1993, è un centro di produzione tra i più affermati nell’ambito della musica elettroacustica internazionale e certo non è nuovo nel cimentarsi con capolavori del cinema del passato: titoli come “Das Cabinet des Dr. Caligari”, “La corrazzata Potemkin” o ancora “Inferno” testimoniano come cerchi una lettura musicale contemporanea e nuova di film entrati da tempo nell’immaginario collettivo.

“Metropolis” (1927) di Fritz Lang, tratto dal romanzo di Thea von Harbou, fra i più visionari e premonitori film muti, e vero e proprio manifesto del cinema espressionista, è stato presentato all’interno del Festival Nuova Consonanza nella sua versione più completa mai ritrovata, frutto di un complesso lavoro di restauro dal laboratorio Alpha-Omega Digital di Monaco di Baviera.

Sul palco Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Vincenzo Core e Andrea Veneri. Oltre ai laptop spiccavano un salterio, il mini Akai MPK, un paio di violini, percussioni e piatti ed una Fender Telecaster. Si sono posizionati sullo sfondo, tutti in nero, invisibili allo sguardo del pubblico mentre le immagini scorrevano solenni e frenetiche sul grande schermo alle loro spalle. Hanno poi interagito col film con suoni strumentali, meccanici, digitali, vocali, field recordings, tutti orchestrati e manipolati live. La regia del suono spettava in questo caso a Luigi Ceccarelli, con la musica trasmessa da dieci casse acustiche posizionate in alto sulla platea per una spazializzazione sincronizzata ai fotogrammi restaurati e scintillanti che a milioni scorrevano negli occhi di una platea avvolta in un’esperienza totalmente immersiva. Si è usciti frastornati e felici come dopo un trip ad alto tasso psichedelico, una visione di Metropolis sostanzialmente reinventata anche se comunque fedele alla linea iper-espressionista: certo i momenti più stupefacenti hanno coinciso con quelli in cui il clone malvagio dell’eroina Maria conduceva le masse alla catastrofica soluzione luddista!

Raccontano i cinque di Edison Studio: “Il carattere futuristico del film di Lang si presta perfettamente al nostro lavoro. Tutto nasce dopo una lunga analisi della pellicola e da una riflessione a più voci in cui diverse esperienze pregresse si mettono al servizio di un progetto comune. La nostra musica per Metropolis aspira ad essere una sorta di espansione del film, il ritmo delle immagini diventa così musicale a sua volta reinventandone il tempo audiovisivo e mettendone in luce spazi e tempi nascosti”.
Alla prossima sonorizzazione, dunque, con un suggerimento: il capolavoro di Tod Browning “Freaks”, anno domini 1932.

The Hollywood Reporter 12 maggio 22023
Caterina Orsenigo

Suoni, voci, rumori, macchine ed algoritmi: il collettivo di compositori Edison Studio ha realizzato al Meet di Milano una nuova colonna sonora dal vivo per la versione integrale del film-icona di Fritz Lang. Alessandro Cipriani a THR Roma: “Abbiamo integrato musica e suoni d’ambiente, ma siamo riusciti anche a ricostruire i dialoghi originali”

Sembra di stare a teatro. Immersi in una nuvola spessa di suoni, voci, l’incedere martellante delle macchine, roboante frastuono di fabbrica, fatica, follia. E silenzi. Gestualità esasperate. Personaggi che parlano con parole, altri che dialogano con ticchettii, tintinnii, schiocchi.

Siamo al Meet – Digital Culture Center di Milano, ex Spazio Oberdan, nella sala che per decenni ha ospitato le migliori retrospettive cinematografiche della città. Sullo schermo uno dei film muti più iconici della storia del cinema e poi un’inusuale orchestra che accompagna. Si tratta del collettivo di compositori-esecutori Edison Studio, composto dai membri fondatori Alessandro Cipriani, Mauro Cardi e Luigi Ceccarelli, a cui si stanno aggiungendo Vincenzo Core e Andrea Veneri: un collettivo storico, nato nel 1993, fra i più importanti nel mondo della produzione musicale elettroacustica. Lavorando spesso con la Cineteca di Bologna, hanno realizzato in passato le colonne sonore di altri capolavori del cinema muto: Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene (1919), Blackmail di Alfred Hitchcock (1929), Inferno di Francesco Bertolini e Adolfo Padovan (1911), La Corazzata Potëmkin di Serjej Michajolvic Ejzenstein e ora è arrivato il momento di Metropolis.

Metropolis, ritorno al 2026
Uscito nel 1927, quasi un secolo fa, Metropolis è ambientato nel 2026: mancherebbe pochissimo. Opera simbolo del cinema espressionista, diretto da Fritz Lang, immaginava un futuro in cui le differenze di classe sono esacerbate al massimo, gli industriali governano dall’alto dei grattacieli mentre i proletari sono relegati a lavorare nel buio incandescente e ritmato del sottosuolo cittadino, quasi come in un film di Bon Joon-ho di oggi.
Ma l’immaginario è tutt’altro: architetture vertiginose, masse di operai in ordinatissime file, folle che si animano e si ribellano in sincrono e poi i macchinari, il movimento ritmico e altisonante degli ingranaggi, il moto circolare delle ruote dentate. E la storia di Freder, figlio dell’imprenditore-dittatore della città di Metropolis, che ha sempre vissuto in un Eden protetto e che innamorato dell’insegnante e profeta Maria comincia un viaggio negli inferi della città, in mezzo agli operai schiacciati da orari e condizioni di lavoro disumane. E poi di uno scienziato pazzo e innamorato che costruisce robot androidi nella speranza di poter riportare in vita una donna amata.

Macchine, potere, lavoro, alienazione, sguardi allucinati e demoniaci: il film riflette l’incubo in cui stava per entrare la Germania alla vigilia degli anni Trenta, ma differenze di classe, sfruttamento, irruzione disumanizzante della tecnologia sono temi arrivati in ottima salute al 2023. Nel 2026 che si immagina Fritz Lang però c’è un messia – il cuore – che saprà far da ponte (o sindacato) fra la mente (gli industriali) e le braccia (gli operai). Resta la domanda, con cui in un certo senso si apre il film: “E se, ad un certo punto, questi uomini che stanno sottoterra si ribellassero?”.

Il synth-pop di Moroder e dei Queen
Così ieri sera al Meet di Milano, Metropolis è stato riportato sullo schermo nella versione più completa, restaurata nel 2010 dal laboratorio Alpha-Omega Digital GmbH di Monaco di Baviera e fornita dalla Cineteca di Bologna. Un lavoro di restaurazione di estrema importanza se pensiamo alle difficili vicissitudini della pellicola: la versione originale del 1927 durava più di due ore ma i produttori vollero accorciarla di mezz’ora. Molti anni dopo, nel 1984, il musicista Giorgio Moroder ne realizzò una nuova, di soli 87 minuti, restaurando e colorando la pellicola e soprattutto accompagnandola con una colonna sonora contemporanea, fra synthpop, new wave e pop rock. Troviamo le voci di Freddie

Mercury, Jon Anderson (ex Yes), Loverboy, Adam Ant e molti altri cantanti della scena anni Ottanta. Sempre nel 1984 era uscito il video della canzone Radio Ga Ga dei Queen che si componeva proprio di immagini della città Metropolis attraversata dai membri del gruppo su una macchina volante.

Un anno di lavoro
Nessuno aveva mai visto quindi la versione integrale. Finché nel 2008, nelle cantine di un museo del cinema in Argentina, venne ritrovata la pellicola originale, ovviamente rovinatissima e quindi restaurata da una delle più importanti istituzioni per il restauro del muto. Per le proiezioni di questa versione integrale finora come colonna sonora era stata scelta quella originale del 1927, del compositore tedesco Gotfried Huppertz. Ma il suono fa gran parte del film, e se quella di Huppetz era l’accompagnamento di un film muto, il lavoro di Edison Studio trasforma Metropolis in qualcosa di molto più vivo, di molto più vicino al teatro: un’esperienza avvolgente fatta di musica, di rumori martellanti, scrosciare d’acqua e poi voci. I personaggi ora parlano.

Alessandro Cipriani, uno dei membri fondatori di Edison Studio, racconta: “Per noi è importante l’emozione della voce e di volta in volta a seconda dei film lavoriamo su questo aspetto in modi diversi. A volte con suoni vocalici, gutturali, ma senza parole, altre volte con strumenti che imitano l’emozione che sta provando il personaggio in quel momento. Con Metropolis però abbiamo fatto un lavoro diverso, molto più impegnativo. C’è una parte del film che è molto densa di dialoghi, trama, emozioni. Ecco noi abbiamo ricostruito tutto il parlato. È stato un lavoro di circa un anno, siamo andati a studiare il romanzo originale scritto da Thea von Harbou, che era la moglie di Fritz Lang, e poi la sceneggiatura del film scritta da Harbou e Lang. E così con l’aiuto di collaboratori di lingua tedesca siamo riusciti a ricostruire il labiale e quindi a ricreare tutti i dialoghi. Hanno lavorato con noi diversi attori tedeschi e abbiamo doppiato i personaggi”.

Voci e ambienti sonori
A questo si aggiunge ovviamente il lavoro sulla colonna sonora, che Cipriani ci spiega così: “Non intendiamo la colonna sonora solo come musica ma in senso globale, lavoriamo anche sulle voci e sugli ambienti sonori. O detta in un altro modo, anche i rumori di ambiente o le voci per noi sono musica. Si deve creare un’integrazione fra le voci, i suoni delle macchine, i rumori d’ambiente e la musica in modo che diventino un tutt’uno. Metropolis è stato ripreso in innumerevoli film di fantascienza e volevamo portare anche sul sonoro questo livello di tecnologia, di dimensione del futuro”.
La tecnologia ha un ruolo importantissimo anche all’ultimo tassello del lavoro sonoro di Edison Studio: la ricezione in sala. La sala del Meet di Milano è dotata di un suono surround 7.1, un suono immersivo che “spazializza” gli effetti sonori in modo che il suono si “muova” intorno alle persone. Per fare un esempio, se nel film devo sentire il suono di una macchina che idealmente arriva da dietro di me che guardo, allora sentirò effettivamente quel suono provenire da dietro. Si ha quasi l’impulso di girarsi a controllare.

Dalle chitarre elettriche ai suoni turchi
In sala quindi Edison Studio è presente dal vivo, come una vera orchestra: c’è una persona alla regia che lavora su mixaggio e spazializzazione, e poi quattro persone sono sul palco con diversi strumenti elettronici e non. Una chitarra elettrica, delle percussioni, un salterio (strumento a corde della tradizione turca). Ma il suono di questi strumenti non arriva direttamente alle nostre orecchie: passano dai microfoni e dai microfoni al computer in modo che, attraverso una serie di algoritmi preparati dagli stessi compositori, si modificano e si adattano nella time-line con ciò che accade nel film. Infine ci sono le parti già registrate che quindi non vengono “suonate” in diretta: in particolare le voci e in generale quelle che devono essere in sincrono al frame.

Edison Studio - Privacy policy © EdisonStudio 2020.
All Rights Reserved.