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Luigi Ceccarelli

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Anihccam – Recensioni

by admin
Lug , 22
Anihccam – Recensioni

recensioni

“Anihccam”, cioè macchina. Suono fulmineo, cinepresa che si srotola all’indietro, intuizione violenta…..e le macchine in scena sono la scena stessa i palchi mobili ed il proscenio che si sfoglia come le pagine di un libro, offrendosi ai giochi in multivisione, alle frecce, agli scoppi di luce……Protagonista è il montaggio, l’assemblaggio dei materiali che si sovrappongono, come fossero in video, guidati da un inesistente telecomando. Cinghia di trasmissione, la splendida musica di Luigi Ceccarelli.
Alla fine resta, meno effimero del previsto, il piacere di entrare in una macchina perfetta, gioco colto di citazioni e rimandi, disincantato e leggero come un ammicco.

(Ella Baffoni —Il Manifesto 5/9/89)

…La musica di Luigi Ceccarelli si basa su suoni costruiti dal computer e dall’elaborazione elettronica, abilissima, di composizioni di Stravinsky e non è l’ultimo pregio dello spettacolo…..

(Alberto Testa — la Repubblica 18/10/91)

 

Cosa è rimasto del teatro plastico e delle rigide forme geometriche indicate da Depero? La durezza della struttura qui, si è magicamente trasformata in fluide coreografie amalgamate dalla splendida musica elettronica di Luigi Ceccarelli

(Giulia Bondolfi — Il Messaggero 18/10/91)

 

….diventa un po’ un tormentone, bellissimo e suggestivo la musica di Luigi Ceccarelli, basata su temi di Stravinsky elaborati elettronicamente….

(Vittoria Ottolenghi — Paese Sera 18/10/91)

Però, che swing questo “Anihccam”! E’ strano che nessuna abbia pensato al concetto di swing, tanto lineare quanto indecifrabile a proposito dello spettacolo di danza ideato dalla coreografa Lucia Latour e dal compositore Luigi Ceccarelli…..Se la voce fuori campo dice:”beviamo un Bitter Campari”, la musica sembra dire “andiamo via consapevoli e leggeri con il progresso ritrovato”. Ceccarelli nega di aver sposato, con il futurismo, l’idea di progresso: “Non mi occupo poi tanto del pensiero dei futuristi. Di lori mi piace l’idea che si possa usare in musica qualsiasi suono, la loro apertura illimitata”.
Questo compositore 40enne ha giusti sospetti: l’idea di progresso ha procurato un sacco di guai. Non così il sogno di progresso con cui Ceccarelli e Latour giocano in Anihccam con stordimento leggiadro.

(Mario Gamba — Il Manifesto 20/10/91)

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