Tortuga for voice and piano
on a text by Lidia Riviello.
Akiko Kozato, voice
Adele D'Aronzo, piano
Live recording at Festival RISUONANZE - incontri di nuove musiche
“Tortuga” borns as a “cult object” of and for a musical score that it takes root itself as a rhythmic, nagging fetish which causes and generates a childish noise (that typical sound of toys when they are “mounted”). The toy (“Tortugas”) becomes a script's “shifting” and “being thrown about”, just in the material meaning, like for an object we're used to operate, shake, use, in and out the packaging.
User informations and precautions are needed to “touch it” and make it move and it is vulnerable like all “entertainment” toys. Here we go with a idea for a meeting with the compositional project: the item in question, a common toy/animal, in reality slow and “foreseeable” that moves itself in the water, becomes a torn and chaotic “torture” for two stunned entities as well as are the eternal current digital lovers, ever “on line” which challenge one each other to own the object, the communication tangibility. So the two of them open a duel where the element of pathology reaches the top of the poetic, of non-coinciding communication. There is an island “Tortuga”/ space of language and senses (the island), where the tension and fatigue from Tortuga's game (parody of the Whatsapp mood obsession, too) will be transferred, maybe to reveal or extinguish a loving rituality, interrupted and estranged by the opacity of technological occurrences: tools and pains of the changed and still mauled sentimental condition.
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'Tortuga' nasce come ' oggetto di culto' di e per una partitura musicale che si radica come feticcio assillante, ritmico , che provoca e produce un rumore infantile (quello tipico dei giocattoli quando vengono 'montati') . Il giocattolo (Tortugas) diventa 'spostamento' , 'sballottamento' del testo proprio nel senso materiale , come dell'oggetto che siamo abituati a manovrare, agitare, utilizzare , dentro e fuori la confezione. Occorrono indicazioni d'uso e accorgimenti per 'toccarlo' e farlo muovere ed è vulnerabile come tutti i giochi di 'intrattenimento'. Ecco , qui, l'idea per un incontro con il progetto compositivo : l'oggetto in questione, un banale giocattolo /animale nella realtà lento e 'prevedibile' che si muove in acqua , diventa una 'tortura' spezzata e caotica per due soggetti storditi come sono gli eterni attuali amorosi digitali sempre 'on line' che si sfidano per possedere l'oggetto, la tangibilità della comunicazione. Aprono così una tenzone dove l'elemento della patologia tocca il vertice del poetico , della comunicazione non coincidente. Esiste un'isola Tortuga /spazio di linguaggio e sensi ( l'isola) dove le tensioni e lo spossamento del gioco Tortugas (parodia anche, della maniacalità del mood WhatsApp) si trasferiranno , forse per svelare o estinguere una ritualità amorosa interrotta e straniata dalla opacità di presenza tecnologiche: strumenti e pene della mutata e ancora straziata condizione sentimentale.
(Lidia Riviello)
"La tortura viene esercitata in modo sempre più sofisticato per poter essere negata" (Donatella Di Cesare)