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Background checks nell’Annuario della Critica Musicale Italiana 2021

Feb , 28
Background checks nell’Annuario della Critica Musicale Italiana 2021

Associazione Nazionale Critici Musicali
Libreria Musicale Italiana

Annuario della critica musicale italiana 2021

A cura di Patrizia Luppi,
con la collaborazione di Alessandro Cammarano, Andrea Estero, Carlo Fiore, Angelo Foletto, Gianluigi Mattietti, Carla Moreni, Paolo Petazzi.

include la recensione di Monique Cìola a Background checks
per voce di Obama, video e orchestra
lesalonmusical.it, 5 febbraio 2020 – p.222-224

Musiche di Ravel, Schumann, Wagner, Cifariello Ciardi
violino Stefano Ferrario; direttore Marco Angius; Orchestra Haydn di Bolzano e Trento; Auditorium Fondazione Haydn

[…] Per Cifariello Ciardi è una vera e propria ricerca sulla trascrizione strumentale di voci parlate, che nell’opera eseguita a
Trento si riferiva a un discorso tenuto da Barack Obama sul controllo dell’uso improprio delle armi, piaga della storia americana.
Se la chiave d’ascolto poteva sembrare troppo intellettuale e poco immediata per il pubblico – sebbene le note di sala che offre la Fondazione Haydn a cura del direttore artistico Daniele Spini e del musicologo Johannes Streicher siano tra le più complete e interessanti che si possano avere – la forza di un programma che nasce da un’idea ponderata è la possibilità di attraversarlo in più modi. E così il filo emozionale poteva semplicemente essere la voce dell’infanzia, la parola dei bambini: da quelli del gioco in Schumann a quelli dell’amore in Wagner (dedicatari del micro poema), da quelli della violenza nel discorso di Barack Obama sulle stragi nelle scuole americane, a quelli del non più, nella famosissima Pavane di Ravel. O ancora, l’ascolto poteva essere guidato da una ricerca stilistico compositiva che metteva a confronto brani nati da un esercizio di trascrizione: dal pianoforte solo all’orchestra per Ravel, dall’ensemble cameristico alla compagine più nutrita per Wagner, dalla parola alla musica per Cifariello Ciardi.
Forse, con un’attenzione maggiore all’ascolto, l’abbonato delle file dietro non avrebbe ripetuto per tutto il concerto «cosa c’entra il Carnevale con la ragazza morta?». Ma quello del pubblico è un altro problema che sicuramente la Fondazione affronterà, avendo dichiarato l’intento di voler «dare forma a un futuro musicale».

Chiudeva il concerto, a coronamento della serata, Background checks di Fabio Cifariello Ciardi, scritta nel 2019 su commissione della Fondazione Haydn per celebrare il 60°. L’opera amplifica e fa entrare nelle file degli strumenti la voce del presidente americano, proiettando in sala il video del suo discorso del 2016 sulla strage avvenuta nella Sandy Hook Elementary School di Newtown, Connecticut, cogliendone e sottolineandone le inflessioni, la tensione del ritmo e delle pause.
Aperto con rumori, fruscii e sfilettate sonore, quasi in un ricercare scientifico di ciò che accade dal nulla al primo fonema, la musica si realizza via via nell’incontro, nel riflesso e nell’incrocio con la voce di Obama, fino a strutturarsi a sua volta in vere “parole”, calamitandone il senso e il significato emotivo (carnage, massacre, violence). La tensione si costruisce a tal punto che ne esce una drammaturgia forte tra musica e parlato, rendendo interscambiabili una con l’altra e restituendo a noi una pièce di teatro musicale ben congegnata. Mentre lo sguardo di Barack Obama, dal video, fissa la platea in lunghe pause mute dovute al turbamento del massacro di bambini («Your kids! My kids!»), la musica di Cifariello Ciardi valorizza i vuoti (di voce, di senso, di miseria) e si contorce per lo stesso sconvolgimento, legandoci hic et nunc. Il culmine tragico è raggiunto di lì a poco, nelle urla di una bambina irachena che si sfoga attraverso la voce dell’ottavino.
«È emozionante», scappa all’abbonato delle file dietro dopo l’ultima nota del brano, l’ultimo colpo: il proiettile che uccide il liceale Zaevion mentre protegge col suo corpo tre ragazze dal fuoco di uomini armati alla Fulton High School di Knoxville, Tennessee.
C’è speranza per il contemporaneo, anche a Trento.

Monique Cìola

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