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Voci vicine – Passione in 4 quadri per giornalista narrante, video, ensemble ed elettronica

L’Aquila, domenica 9 novembre 2014, ore 18.00 Auditorium del Parco

Voci vicine

Passione in 4 quadri per giornalista narrante, video, ensemble ed elettronica
di Fabio Cifariello Ciardi

con Gad Lerner, giornalista narrante

Voci vicineF_©2014 A.Anceschi-VociVicine0009
foto ©2014 A.Anceschi

Ensemble Icarus
Giovanni Mareggini flauto
Mirco Ghirardini clarinetto
Cristiano Boschesi trombone
Luciano Cavalli viola
Andrea Cavuoto violoncello
Anna D’Errico pianoforte
Gianluca Severi percussioni

Yoichi Sugiyama direttore

Angelo Benedetti regia del suono
Lucia Bova, Valeria Carissimi arpe registrate
postproduzione audio/video Edison Studio

commissione e produzione Fondazione I Teatri Reggio Emilia, Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”

 

Fabio Cifariello Ciardi é un compositore un compositore che percorre un cammino originale e personale nel panorama della musica contemporanea.  […] uno dei musicisti che riflettono in modo più lucido e personale sul ruolo del compositore in una società che cambia velocemente, […] con questo  lavoro mette a segno una originale proposta di spettacolo dal grande impatto emotivo, a metà strada tra la cronaca giornalistica, la narrazione, la riflessione sul compito dei media, la ricerca musicale di alto livello.
Voci vicine é una vera Passione profana; tratta delle sofferenze dei senza lavoro, degli alluvionati, dei terremotati, delle innumerevoli vittime incolpevoli delle tragedie nazionali causate da incuria, cattiva politica, criminalità. Sullo schermo si susseguono, a spezzoni brevissimi e con montaggio velocissimo, brani tratti da servizi televisivi e da interviste video-giornalistiche sul campo, “nell’immediatezza degli eventi”.
Sono le voci delle vittime: cittadini comuni, lavoratori, donne, uomini, anziani che lamentano e protestano – in tutti i dialetti del Bel Paese, in una Babele corale che paradossalmente sembra unire la nazione solo nel segno della disperazione – di aver perso tutto, di sentirsi abbandonati dal Sindaco, da chi doveva soccorrerli e non l’ha fatto, dal Governo….
Si potrebbe nutrire un certo scetticismo di fronte a quella che può sembrare a prima vista una speculazione mediatico/musicale, ma non é così: pur avendo scelto un tema fortemente sociale, l’autore non cade nella facile trappola della denuncia e degli slogans contro il Potere, non prende una posizione esplicitamente “politica”. Ci offre questi visi sconvolti, queste voci rotte dalla disperazione e dal pianto, lasciandoli al giudizio degli  spettatori, ma intende agire drammaturgicamente ad un livello più alto.
Lo conferma sopratutto il trattamento delle voci parlanti degli anonimi che si susseguono sul video, che le fa diventare la materia prima sulla quale é costruito un complesso quanto sorprendente tessuto musicale. Sviluppando una tecnica sulla quale lavora da molto tempo, Cifariello punta l’attenzione sull’intonazione e sul ritmo delle voci parlanti. Con l’aiuto di un software di analisi vocale da lui  stesso  programmato, ne sintetizza le caratteristiche musicali per poi trasferirne e riprodurne l’andamento con gli strumenti e l’elettronica. In questa singolare “traduzione” musicale, le inflessioni e i ritmi delle voci diventano così i timbri,  le melodie e le armonie  dell’ ensemble strumentale, in mille modi diversi e inventivi.
Ciò che ne esce é un singolare dialogo corale, intessuto tra le persone in video e gli  strumenti che, singolarmente, a piccoli gruppi o tutti insieme, diventano dei “doppi” i cui interventi punteggiano, accompagnano, rinforzano, rispondono alle voci in un intreccio armonico/polifonico di grande impatto.
[…] Oltre agli strumenti musicali veri e propri, ogni esecutore impiega altri strumenti che potremmo definire “poveri”, ma che colorano in modo efficace, ora spiritoso ora drammatico, la narrazione: fogli di cellophane fruscianti, bottiglie di plastica crepitanti sotto i piedi, sassi percossi a mo’ di percussioni e altro. Tutto uno strumentario coloristico che si integra in modo espressivo e coerente con i vari contesti sonori e con i contenuti emotivi che appaiono a video.
L’elettronica si incarica di cucire il tutto, da sola o come arricchimento del tessuto sonoro, reggendo le fondamenta armoniche di tutta la composizione, desunte (così mi ha raccontato l’autore) da alcune “colonne” tratte dall’analisi computerizzata dello spettro sonoro di accordi complessi ricavati dagli armonici  delle corde gravi del pianoforte.
Qualcuno potrebbe nutrire un certa perplessità sui testi scritti e narrati dal giornalista televisivo Gad Lerner: interventi forse non abbastanza teatrali per integrarsi pienamente nel contesto drammaturgico. Ma Lerner non é un attore, non recita una parte ma fa veramente se stesso: apparendo più volte in un cono di luce, alternandosi alle parti musicali,  commenta  criticamente, dal suo punto di vista di  ex(?)-conduttore televisivo, la funzione dei media in un mondo che trasforma inevitabilmente in spettacolo le tragedie individuali e collettive, perché the show must go on. D’altronde l’autocritica giornalistica acquista tanto più valore quanto più é prestigioso e ben noto il personaggio che la proclama pubblicamente, e in questo senso la scelta di Gad Lerner come narratore é certo la migliore possibile.
Ottimi, come sempre, gli eccellenti musicisti di Icarus Ensemble, ben diretti da Yoichi Sugiyama,[…]

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