L’album GLEAM di Luigi Ceccarelli e Gianni Trovalusci edito da Folderol
è stato segnalato tra i migliori dischi del 2023 da:
Il Giornale della Musica – Nazim Comunale
Blow Up – Nazim Comunale
Battiti – Rai Radio 3 – Ariele Monti
Battiti – Rai Radio 3 – Toni de Martino
GLEAM
Luigi Ceccarelli – Gianni Trovalusci
electroacoustic instant composition
GLEAM parte I 12:52
GLEAM parte II. 4:14
GLEAM parte III. 8:41
GLEAM parte IV. 2:46
GLEAM parte V. 10:26
GLEAM parte VI 5:49
opere di Luigi Ceccarelli e Gianni Trovalusci
Gianni Trovalusci flauti e tubi sonori
Luigi Ceccarelli – live electroincs
edito da Folderol
prodotto da Marco Contini per Kappabit 2023
Pubblicato da Folderol* – www.folderol.it
tutte composizioni di Luigi Ceccarelli e Gianni Trovalusci
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registrato a Cagli, al Teatro Comunale, da GLEAM dall’8 al 10 marzo 2022
mixato e masterizzato a Roma, presso Edison Studio da Luigi Ceccarelli
Tavola originale in copertina: “La clarté I” (2018-19) di Giulia Napoleone
Courtesy Galleria Il Ponte, Firenze
Grazie a Sandro Pascucci, direttore del Teatro Comunale di Cagli
(*) Folderol è un ramo della Kappabit Music Division
℗ © 2023 di Kappabit S.r.l. (SIAE) – Tutti i diritti riservati
RECENSIONI DELL’ALBUM
Il Manifesto – 19/07/2023, di Mario Gamba
https://ilmanifesto.it/tutta-lebbrezza-del-suono
VISIONI – NOTE SPARSE
Tutta l’ebbrezza del suono
Vitalismo. Ebbrezza del suono in tutte le sue apparizioni, classiche e «deliranti» (v. Deleuze/Guattari), collegate a una consequenzialità e disancorate da ogni aggancio o approdo. Divertimento fino all’edonismo. Pensiero di entrambi (Luigi Ceccarelli al live electronics, Gianni Trovalusci ai flauti e ai tubi) al massimo livello di vividezza e profondità. Sequenze impregnate di godimento con piacere del fraseggio ermeticamente cantabile e di esplosioni sismiche. Cambi suggestivi di clima sonoro: c’è spazio per dolci aurore e per terrifici uragani. Fusione dei suoni acustici e di quelli sintetici più che una ricerca di distinzione delle due fonti di suono. Influenza della free music di derivazione jazzistica? Sì, ed è una chance in più sfruttata con acume ed entusiasmo da questi due performer che si sono formati nei conservatori per distruggerne i venefici insegnamenti all’accademia e rivitalizzarne fin che è possibile una conoscenza tecnica/formale. Rarefazione e materica densità si alternano con souplesse. Delizia!
Blow up, Nazim Comunale, numero di Ottobre 2023
https://www.blowupmagazine.com/
Composizione Elettroacustica istantanea
Luigi Ceccarelli, membro di Edison Studio, docente di musica elettronica, compositore eclettico, capace di dare voce e respiro alle macchine, rendendole per davvero umane, incontra in questo disco i flauti e i tubi sonori di Gianni Trovalusci: il risultato è un prodigio difficile da dire. Sei movimenti dove regnano libertà e creatività; una conversazione senza nemmeno una virgola o una sillaba di troppo, dove tutto suona al posto giusto. Se i labirinti del primo movimento possono ricordare certo Evan Parker con l’Elettroacoustic Ensemble si prende molto presto la via dell’ignoto mare alto e di un oceano di suono dove mille stimoli diversi convergono e suggestioni di ogni tipo appaiono e scompaiono come in un viaggio iniziatico. Provate a immaginare gli Autechre e Roscoe Mitchel in una jam. Comunque non ci sarete vicini. Oppure spediamolo nello spazio, a testimoniare la voce passata, presente e futura dell’umanità. Potrebbe essere la volta buona che altre forme di vita finalmente ci rispondano. Posto assicurato il playlist. [8.5]
The New Noise – 13/07/2023, Tony de Martino
https://www.thenewnoise.it/gleam-gleam/
GLEAM, Gleam
Electroacoustic Instant Composition: Gianni Trovalusci (flauti, tubi sonori) e Luigi Ceccarelli (live electronics) sono i maestri di cerimonia di 55 minuti straordinari di musica e di suoni: improvvisazione controllata, perfetta, gleam come fasci di luce nello spazio Hi-Fi.
55 minuti divisi in sei movimenti estratti da circa dieci ore di registrazioni effettuate nell’ottocentesco Teatro Comunale di Cagli (Pesaro/Urbino) fra tra 8 e 10 marzo 2022. Sappiamo che quel marzo era freddissimo e il grande teatro, vuoto, lo era ancora di più, ma le sedute erano state programmate da tempo, quindi immaginiamo Trovalusci e Ceccarelli con l’entusiasmo di nerd 4.0, con mezzi-guanti di lana e calzamaglia nera sotto i jeans a soffiare nei flauti-tubi metallici lunghi 2 metri, a calcolare i tempi e i programmi da utilizzare sui laptop, senza dimenticare i flauti barocchi gelati da riscaldare (come si riscaldano? Suonando e provando il doppio del tempo normalmente necessario?) e i soundcheck ripetuti, lo spiffero mortale che entra dalla vecchia porta di legno cigolante, il Boccascena che incombe, la sistemazione spaziale degli altoparlanti.
il Manifesto – 22/07/2023, Alias – “Ostinato” di Mario Gamba
https://ilmanifesto.it/luigi-ceccarelli-invenzioni-di-un-altro-mondo
Luigi Ceccarelli, invenzioni di un altro mondo
Perché l’improvvisazione? «Non è una novità, in un certo senso è sempre stata la mia scelta del modo di produzione musicale».
Ma lei ha un passato anche recente di autore di partiture scritte. «Sì, ma la scrittura è sempre arrivata dopo che avevo elaborato suoni attraverso l’elettronica, con l’uso delle tecnologie disponibili in un dato momento. Se un musicista, io in questo caso, lavora con l’elettronica vuol dire che lavora direttamente sul suono. Quindi è molto vicino all’improvvisazione. Non è così se un musicista lavora partendo dal pentagramma. Nella mia storia composizione e improvvisazione sono molto prossime, direi quasi che si identifichino».
Luigi Ceccarelli ha appena pubblicato Gleam (Folderol) in tandem con Gianni Trovalusci. Frutto di tre giorni di sedute di improvvisazione pura. Poi tutto il materiale è stato selezionato e si sono ricavate sei parti di un’opera che solo dopo tagli e collegamenti a tavolino è diventata una composizione. Ovviamente lui è ai live electronics. Trovalusci è un flautista da sempre interessato alle musiche contemporanee non canoniche. Usa tutti i tipi di flauti e vari tipi di tubi. Questi tubi sono ormai designati, proprio grazie alle performance di Trovalusci, come strumenti musicali veri e propri.
Del resto questo succede con i più disparati oggetti nelle pratiche improvvisative (e anche di scrittura col pentagramma) di musiche che si dicono sperimentali e che alcune volte lo sono davvero secondo lo spirito deleuziano.
Improvvisazione pura? Nemmeno uno schema, nemmeno un accordo preventivo su qualche aspetto dell’avventura musicale che si sta intraprendendo? Proprio come voleva Franco Evangelisti quando fondò a metà degli anni Sessanta del secolo scorso il Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza?
«Esattamente. Lo schema, uno schema, se vogliamo chiamarlo così, viene fuori lì per lì. Le strutture cambiano continuamente mentre si suona e si registra. In certi passaggi si stabiliscono delle modalità, si scopre che si sono incontrate strutture che funzionano, e si tratta sempre di modalità di interazione. Ma non c’è niente di predefinito, io e Trovalusci nemmeno sappiamo quanto dura una sessione di registrazione».
Ceccarelli non improvvisa tragitti sonori, melodie/armonie/ritmi per inediti frammenti musicali: questo lo fa Trovalusci. L’improvvisatore/compositore alle macchine riprende ciò che il flautista suona, lo trasforma, lo rimette in circolo. «Si può dire che Gleam è fatto tutto con un unico nucleo sonoro che diventa molte altre cose», dice Ceccarelli. Cosa si trova all’ascolto? Invenzioni di un altro mondo, artificiale e incredibilmente naturale.
Ebbene, tutto questo lavoro a monte di misura e di misure, tutto questo impegno che precede l’opera compiuta c’è e lo si percepisce nel risultato finale: una musica scintillante, un feedback continuo interno a composizioni in fieri, suoni forti o a volte quasi impercettibili, interazione fra i due pazzesca e sapienziale. I suoni, dopo le registrazioni a teatro, hanno viaggiato da Cagli per giungere nei famosi studi romani Edison di Ceccarelli per il missaggio. Accanto a lui anche Trovalusci per studiare di nuovo “tutto” il materiale. Magnificamente sonici, poetici e qui un po’ mi salta la stretta definizione “Electroacoustic Instant Composition”, perché al dunque GLEAM è emozione allo stato puro, incandescente coscienza delle possibilità del suono e – perché no? – romantica musica moderna, finalmente disponibile su cd edito dalla romana Folderol Records di Marco Contini.
Inseriamo dunque, con gesto antico, questo argenteo dischetto nel lettore audio: frriiimmm bbrriinn friaan, parte “GLEAM Part 1” – frammenti sonori dilatati. Buuum “GLEAM Part 2” – alieni alle porte. “GLEAM Part 3”: lastre di metallo in vibrazione, flauti che fuggono in avanti, poi rimbombano, una tempesta di suoni monta in lontananza (evidentissima la spazialità resa al massimo livello nel teatro vuoto) e via si scarica una pioggia monsonica che avvolge l’ascoltatore sorpreso e senza riparo. “GLEAM Part 4”… paura. Si torna sulla terra con “GLEAM Part 5”: urla, sfrigolii poi numerose farfalle metalliche impazzite danzano di fronte ai nostri occhi chiusi, indimenticabile come il nostro migliore incubo. “GLEAM Part 6” chiude ed è pacificazione, condivisione universale: il flauto, eco sapiente del suono primordiale, ci immerge in un caleidoscopico firmamento stellare, fluttuanti astronauti on-parade concentrati sul vuoto che colma.
Citando Claudio Rocchi, un artista a me caro, “questa musica non è fatta per essere ascoltata ma per ascoltarsi dentro di noi”. Interessanti sono i contenuti-extra raggiungibili tramite il codice QR all’interno della bella copertina disegnata dall’artista Giulia Napoleone. Infine, per favore, alzi la mano chi ascoltando musica-a-cui-si-tiene almeno una volta non ha fatto un confronto tra file, vinile e cd (io l’ho fatto coi Matmos e di recente con Shebang di Ambarchi): qui palesemente non c’è paragone e poiché GLEAM a tutti gli effetti è un oggetto sonoro che merita ed esige attenzione, ascoltarlo su compact disc è una esperienza acustica indimenticabile, perché compariremo anche noi lì, in quel teatro, in platea, al buio, assorti, indifesi … e dice, ma il freddo? Il freddo non lo sentiremo!