Le Ossa di Cartesio at the 58th festival Nuova Consonanza – Rome
Roma, 7 November 2021
Teatro Palladium, h 20:30
58th Festival di Nuova Consonanza
“Le ossa di Cartesio”
opera in un atto e sei capitoli
libretto by Guido Barbieri
music by Mauro Cardi
A co-production Associazione In Canto and Nuova Consonanza
in collaboration with Fondazione Roma Tre – Teatro Palladium
Franco Mazzi – Cartesio
Valeria Matrosova – Cristina regina di Svezia
Patrizia Polia – cantante di corte, Helèna
Federico Benetti – l’abate Vioguè, il capitano Planstrom, il medico Van Wullen
Ensemble In Canto
Bruno Lombardi flute and piccolo, Roberto Petrocchi clarinet and bass clarinet basso, Marco Venturi horn, Rodolfo Rossi percussions, Gabriele Catalucci harpsichord, Anna Chulkina violin, Gianluca Saggini viola, Michele Chiapperino cello, Franco Fraioli double bass
Fabio Maestri, direttore
Enrico Frattaroli mise en espace
Dall’aldilà René Descartes rievoca i fatti legati ai due misteri associati alla sua morte: il presunto avvelenamento da parte di un inviato del papa alla corte di Cristina di Svezia, e la sparizione e poi dispersione per mezza Europa delle sue ossa, contese da uomini di potere, intellettuali o semplici collezionisti.
Oltre alla figura del raffinato pensatore, nell’opera viene a galla tutta l’umanità del filosofo francese, con le sue emozioni e sentimenti, con le sue gioie e le sue paure. Per dirla con una dei suoi ultimi scritti, che ha ispirato la composizione del libretto, emergono le sue “Passioni dell’anima”.
Dalla narrazione di Cartesio (interpretato da un attore) affiorano altri cinque personaggi, interpretati dai tre cantanti, due soprani e un basso, che ci accompagnano in un viaggio attraverso i sei “capitoli” dell’opera, scanditi dalle citazioni di altrettante Arie antiche, di Haendel, Monteverdi, Domenico Mazzocchi, Sigismondo d’India e Barbara Strozzi, più un Concertato finale. Tra le arie antiche e la mia musica si intesse un gioco di dissolvenze e trasfigurazioni, a volte prolungandosi le arie fino ad entrare nella mia partitura con un frammento musicale, un disegno, una figura melodica, altre volte, al contrario, intervenendo sulle stesse arie, con effetto di sospensione e smarrimento dei riferimenti armonici originali.
Ma “Le ossa di Cartesio” è anche un’opera sulla bellezza del ragionamento speculativo, del “metodo” e delle simmetrie, un’opera che si dipana, anche visivamente, lungo le traiettorie e le intersezioni tra le passioni, inscritte nel piano cartesiano.
libretto di Guido Barbieri
musica di Mauro Cardi
Una coproduzione Associazione In Canto e Nuova Consonanza
in collaborazione con Fondazione Roma Tre – Teatro Palladium
Franco Mazzi – Cartesio
Valeria Matrosova – Cristina regina di Svezia
Patrizia Polia – cantante di corte, Helèna
Federico Benetti – l’abate Vioguè, il capitano Planstrom, il medico Van Wullen
Ensemble In Canto
Bruno Lombardi flauto e ottavino, Roberto Petrocchi clarinetto e clarinetto basso, Marco Venturi corno, Rodolfo Rossi percussione, Gabriele Catalucci clavicembalo, Anna Chulkina violino, Gianluca Saggini viola, Michele Chiapperino violoncello, Franco Fraioli contrabbasso
Fabio Maestri, direttore
Enrico Frattaroli mise en espace
Dall’aldilà René Descartes rievoca i fatti legati ai due misteri associati alla sua morte: il presunto avvelenamento da parte di un inviato del papa alla corte di Cristina di Svezia, e la sparizione e poi dispersione per mezza Europa delle sue ossa, contese da uomini di potere, intellettuali o semplici collezionisti.
Oltre alla figura del raffinato pensatore, nell’opera viene a galla tutta l’umanità del filosofo francese, con le sue emozioni e sentimenti, con le sue gioie e le sue paure. Per dirla con una dei suoi ultimi scritti, che ha ispirato la composizione del libretto, emergono le sue “Passioni dell’anima”.
Dalla narrazione di Cartesio (interpretato da un attore) affiorano altri cinque personaggi, interpretati dai tre cantanti, due soprani e un basso, che ci accompagnano in un viaggio attraverso i sei “capitoli” dell’opera, scanditi dalle citazioni di altrettante Arie antiche, di Haendel, Monteverdi, Domenico Mazzocchi, Sigismondo d’India e Barbara Strozzi, più un Concertato finale. Tra le arie antiche e la mia musica si intesse un gioco di dissolvenze e trasfigurazioni, a volte prolungandosi le arie fino ad entrare nella mia partitura con un frammento musicale, un disegno, una figura melodica, altre volte, al contrario, intervenendo sulle stesse arie, con effetto di sospensione e smarrimento dei riferimenti armonici originali.
Ma “Le ossa di Cartesio” è anche un’opera sulla bellezza del ragionamento speculativo, del “metodo” e delle simmetrie, un’opera che si dipana, anche visivamente, lungo le traiettorie e le intersezioni tra le passioni, inscritte nel piano cartesiano.