commissione: Rassegna Nuova Musica – Macerata.
durata: 18′
esecuzioni
luglio 1984 Macerata, Abbazia di Fiastra, Rassegna di Nuova Musica –
24 nov 1984, Roma, Sala Borromini, Festival Musica Verticale “la musica in Europa”
11 dic ?, Rai – Sala A, Nuova Musica Italiana 3
nuova versione 2020
18 ott 2020 Udine, Contemporanea Agorà, Teatro San Giorgio – performer Simone Beneventi
Ho incominciato a pensare agli eccitatori di vibrazione per far suonare strumenti musicali a corde o fatti di superfici vibranti già dal primo anno di studente di conservatorio, ma soltanto dopo vari anni sono riuscito a svilupparli come una idea musicale.
La sperimentazione è iniziata quando ho chiesto ad una fabbrica di altoparlanti di costruire degli eccitatori di vibrazione. Certo non si trattava di veri e propri eccitatori, quelli che si usano in campo industriale per testare le parti degli aerei per esempio, ma degli altoparlanti a cui avevo fatto togliere la membrana per sostituirla con un secondo centratore (vedi disegno più sotto).
Gli eccitatori di vibrazione sono praticamente degli altoparlanti che vibrano ma non suonano, (almeno alle frequenze fino a 200 herz).
Le oscillazioni per far vibrare gli eccitatori, in questo caso, sono dei generatori sinusoidali.
Collegando i vibratori con un filo teso di nylon ad un piatto o ad un tam tam viene comunicata l’oscillazione meccanica prodotta dai generatori sinusoidali e gli strumenti incominciano a vibrare producendo il loro suono. C’è un altro metodo per far suonare gli strumenti, ed è quello di creare una catena di feedback con un microfono. Microfono, amplificatore, eccitatore e strumento se collegati in serie in una catena chiusa producono il tipico feedback dei sistemi di amplificazione.
Questo si ottiene con frequenze tra i 15 e i 35 Hz.
E’ il percussionista in questo caso che produce il suono, appoggiando sugli strumenti varie bacchette, che fanno suonare il piatto ed il tam tam non perché lo percuotono ma perché è lo strumento che va a battere contro le bacchette.
Titanic & Icarus s.p.a. è un lavoro composto secondo un processo di stratificazioni. Si parte da una serie di files memorizzati in un sequencer sul quale sono memorizzati i segnali ottenuti da una sintesi di suoni sinusoidali. Queste oscillazioni non vengono ascoltate , ma sono inviate a quattro eccitatori di vibrazione i quali, a loro volta, mettono in vibrazione tre piatti e un tam-tam. Con questo sistema gli strumenti a percussione acquistano caratteristiche inusitate: suoni di spettro molto puro e senza attacco con possibilità di ottenere note di diversa altezza.
Il suono qui, essendo prodotto non da una membrana di altoparlante, ma da uno strumento, ha uno spettro complesso che dipende dallo strumento stesso.
Il percussionista quindi non ha bisogno di percuotere gli strumenti, ma li fa suonare senza toccarli. Un’altra modalità di suono è quella di far vibrare gli strumenti con frequenza infrasoniche, sempre con gli stessi eccitatori, e quindi non udibili.
All’interno di questa “sistema autosufficiente, l’azione del percussionista non è volta a generare ulteriori suoni, ma a variare quelli già presenti, appoggiando sul corpo vibrante bacchette di vario tipo che daranno una caratteristica timbrica diversa
a seconda del tipo di materiale che le costituisce. Il risultato globale di queste operazioni viene poi rilevato da una serie di microfoni posti molto vicino agli strumenti e viene mandato ad un sistema di ascolto quadrifonico.
Per quanto riguarda la struttura generale possiamo dire che il pezzo ha una evoluzione lenta ed è fatto di suoni con attacco graduale per dare modo all’ascoltatore di percepire chiaramente le variazioni micro strutturali del timbro. Ci sono 4 parti ben distinte: un crescendo di circa 4 minuti, una parte in cui il percussionista appoggia le bacchette sui piatti, una parte in cui il percussionista usa il microfono per generare feedback e la sezione finale in cui un accordo spettro complesso a cui contribuiscono tutti gli strumenti va a diminuire fino al silenzio.
“Titanic &Icarus s.p.a.” è il nome di una ditta costruttrice di astronavi nel romanzo di fantascienza “Venere sulla conchiglia” di Philip J. Farmer. Rappresenta per me l’idea dell’officina del futuro, tecnologica e digitale, ma pur sempre con un preciso lavoro di progettazione meccanica dedicata. In fondo non possiamo prescindere da una dimensione meccanica delle cose, è la meccanica che muove l’intero universo.
Con questi strumenti ho realizzato altri due pezzi in cui gli eccitatori di vibrazione sono applicati alle corde del pianoforte: “Aura in Visibile”, in cui un flauto manda il suono agli eccitatori che a loro volta fanno vibrare le corde del pianoforte e “Aura In Visibile.2”, per un pianoforte senza alcun esecutore.