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Bio Mauro Cardi

Mauro Cardi (Roma, 1955) ha studiato presso il Conservatorio di Santa Cecilia con Guido Turchi, Gino Marinuzzi jr. ed Irma Ravinale, diplomandosi in Composizione, Musica corale e Direzione di coro e Strumentazione per Banda.
Nel 1980 ottiene il primo incarico di docenza presso il Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila ed è socio fondatore della Scuola di Musica di Testaccio, dove ha insegnato fino al 1998 e poi ancora dal 2018 al 2020.
Nel 1982 consegue il primo riconoscimento vincendo il Premio Internazionale Valentino Bucchi con Melos, per soprano e orchestra.

Fondamentale è l’incontro con Franco Donatoni, con cui perfeziona gli studi presso l’Accademia Chigiana di Siena e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Se le opere dei primi anni ’80 risentono dell’influenza donatoniana, Mauro Cardi, che al compositore veronese ha anche dedicato un ampio saggio analitico pubblicato sulla rivista Suono Sonda, raggiunge presto una cifra stilistica personale indirizzandosi “verso forme musicali modellate su intuizioni timbriche e immagini sonore, con improvvisi abbandoni espressivi” (1) “in cui confluiscono una naturale propensione verso un approccio contrappuntistico alla scrittura e, infine, una dimensione ludica del comporre, esercitata da una fascinazione per la logica e per il valore simbolico insito nei numeri”. (2) (3)

Nel 1984 frequenta i Ferienkurse di Darmstadt. Con Les Masques, Quattro Capricci per flauto, viola e chitarra, vince il prestigioso Gaudeamus Prize ad Amsterdam. È presente al Gaudeamus Music Week nel 1985 con il brano Trama, per violino, commissionato dalla Gaudeamus Foundation, (Robert Szreder, violino), che rappresenta il momento più alto di una personale ricerca sul virtuosismo strumentale e, ancora nel 1986, con Filigrana (eseguito dal Nieuw Ensemble).

Con Promenade: Variazioni sul blu, nel 1987, rappresenta l’Italia alla Tribuna Internazionale dei Compositori dell’Unesco e nel 1988 In corde, per orchestra, probabilmente il lavoro più complesso dal punto di vista dei processi compositivi messi in campo, vince il secondo premio al Concorso Internazionale Gian Francesco Malipiero. Dal 1988 è socio di Nuova Consonanza, di cui sarà anche Presidente dal 1999 al 2001.

Nel 1989 è in Australia, dove viene eseguito in prima mondiale Effetto Notte, per otto esecutori, commissione dell’Elision ensemble, alla Melba Hall della University of Melbourne. È docente ospite della Brisbane School of Arts e dell’Institut of the Arts di Canberra, dove gli viene dedicato un concerto monografico.
In Effetto Notte Mauro Cardi mette a punto una metodologia, ripresa in diversi lavori successivi, che attraverso l’espansione e proliferazione di un materiale iniziale, porta alla produzione di una vasta mole di dati, inseriti in matrici numeriche. Queste matrici consentono, nelle successive riletture, filtraggi o trasformazioni, la definizione di elementi significativi, figure musicali alla fine.
Da quest’opera inizia a interessarsi anche all’informatica musicale, dapprima per elaborare e controllare processi complessi, matrici numeriche che necessitano di algoritmi, come nel caso descritto, e alla fine di codici scritti secondo i linguaggi di programmazione dell’epoca, e successivamente anche per la produzione ed elaborazione del suono con dispositivi prima analogici, e successivamente digitali.
Le risorse musicali fornite dall’elettronica, che sarà sempre più presente nei lavori successivi, si muovono sempre per Cardi su questi due assi: da un lato l’informatica, con le sue possibilità di definire e controllare processi compositivi complessi, e dall’altro l’elettroacustica, con le sue risorse per il controllo delle sorgenti sonore, per l’elaborazione del suono strumentale, per la produzione di sonorità inedite e infine per costruire interazioni uomo-macchina.

Su commissione della Discoteca di Stato, compone nel 1990 Calendari indiani, per voce femminile e 10 esecutori, su testi tradizionali dei nativi americani, inciso poi su CD Ricordi, (gruppo strumentale Musica d’Oggi, Luisa Castellani soprano, direttore Luciano Pelosi), e ripreso nel 1993 nella stagione dei concerti dell’Accademia di Santa Cecilia, con l’Ensemble Modern, Luisa Castellani soprano, Lothar Zagrosek direttore.

Negli anni ’90 realizza lavori nei centri di produzione e ricerca elettroacustica Agon di Milano, CRM (Centro Ricerche Musicali) di Roma, Istituto Gramma dell’Aquila, come Libra, (versione B), (1990), per vibrafono e nastro, per Gianluca Ruggeri, su commissione di Musica Verticale e, nel 1993, E la notte rischiarava la notte, per tre tastiere MIDI ed elettronica, su commissione di Agon. Nel 1995 è selezionato dall’IRCAM per lo stage internazionale.

Su commissione dell’Accademia Filarmonica Romana, nel 1995, compone la sua prima opera lirica, l’azione scenico-musicale in un atto Nessuna coincidenza, interpreti Margherita Pace, Christine Marano, Luigi Petroni, gruppo strumentale Musica d’Oggi, direttore Fabio Maestri, scene e costumi Emanuele Luzzati.

Sempre negli anni ’90, nell’ambito del progetto Radiofilm, ideato e realizzato dalla RAI con i maggiori editori e centri di ricerca e produzione nel campo della musica elettroacustica, compone le due opere radiofoniche Temperatura esterna (1993), su un testo di Michele Mari (voce narrante Paolo Bonacelli) e La mia puntualità fu un capolavoro (1996), su testi di Marco Lodoli (voci di Giancarlo Dettori ed Elena Stancanelli).
Nel 1997, con Manao Tupapau , è finalista al “24° Electroacustique Music Competition” dell’IMEB (Institut international de musique électroacoustique) di Bourges.

Nel 1997 compone il melologo Lisbon revisited, per voce recitante e orchestra, su testi di Fernando Pessoa (prima esecuzione a Roma, 25/10/1997, 34° Festival di Nuova Consonanza, voce recitante Paolo Calabrese, Orchestra Nuova Scarlatti, direttore Enrico Marocchini), a cui fanno seguito altri due melologhi Timordime (2000), su testi di Pier Paolo Pasolini, (voce recitante Corrado Orsini e nel 2002 Michele Placido) e Stanza 19 (2008), su testi di Jorge Luis Borges, voce Enzo Decaro, entrambi eseguiti in prima dall’Istituzione Sinfonica Abruzzese, diretta da Enrico Marocchini.

Nel 1998 ottiene la cattedra di Composizione presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, dove insegnerà fino al 2008. L’attività didattica, intesa anche come una continua ricerca di metodologie sperimentali, è stata sempre centrale nell’attività musicale di Cardi, e numerosi suoi allievi, tra Firenze, Roma e L’Aquila, si sono poi affermati in manifestazioni internazionali rilevanti.
Nel 1998 viene anche pubblicato dalla BMG Ricordi il suo primo CD monografico Manao Tupapau che contiene i lavori più significativi degli anni ’90.

Mauro Cardi si anche dedicato a più riprese al teatro musicale per ragazzi, ponendosi sempre l’obiettivo di trovare un punto di incontro tra un linguaggio fruibile da un pubblico giovanile, senza che venisse meno la coerenza linguistica ed una collocazione nel presente. Negli anni ha composto tre opere per ragazzi, tutte su commissione dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: Levar (1998) nell’ambito del progetto Il fanciullo e gli incantesimi (coautori Azio Corghi, Matteo D’Amico e Giulio Castagnoli); C’era una volta… la principessa dispettosa (2000), (coautori Maria Cristina De Amicis, Alessandro Sbordoni, Roberta Vacca), su testi di Nicoletta Costa; Trash, musicalopera in un atto per attore, attrice/cantanti, oggetti sonori, suoni riciclati e gente di strada (2004), (coautrice Roberta Vacca), su libretto e regia di Francesca Angeli, più volte ripresa, dopo la prima romana, nei più grandi teatri d’opera italiani.

Dal 1999 al 2001 è Presidente di Nuova Consonanza e cura, insieme a Michele Dall’Ongaro, la direzione artistica dei festival “Elettroshock” (1998), “Da York a New York” (1999), “Terror Vocis” (2000).
Su commissione del 63° Maggio Musicale Fiorentino compone Il fondo dell'acqua è disseminato di stelle, per due pianoforti preparati (2000), eseguito in prima dal Duo pianistico Notarstefano-Risaliti.

Dal 2000 fa parte del collettivo di compositori Edison Studio. Con gli altri compositori di Edison Studio (Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi e Alessandro Cipriani) sperimenta una pratica di composizione condivisa, una sorta di laboratorio compositivo elettroacustico a cui sono dedicati diversi saggi, a partire da quello pubblicato su “Organised Sound 9/3”, Cambridge University Press, dal titolo “Collective Composition: the Case of Edison Studio” e diverse tesi di laurea. Con Edison Studio partecipa all’ICMC (International Computer Music Conference) 2002 (Gotheborg) e 2003 (Singapore).

Con Altrove con il suo nome (2000) inizia una lunga collaborazione con Sonia Bergamasco che porterà, tra l’altro, alla realizzazione del progetto Oggetto d'amore, sette scene musicali per voce, strumenti, video ed elettronica, (2000-2008), su testi di Pasquale Panella, commissione della 52.a Biennale di Venezia, eseguito in prima a Venezia con l’ensemble Freon, e pubblicato in CD da RAI Trade nel 2009. Nel 2001 Giulio Latini e Silvia Di Domenico realizzano un video su Altrove con il suo nome, presentato al Roma FilmFest 2007.

Con Edison Studio, dal 2001 in poi, realizza le colonne sonore performative per i film muti: Gli ultimi giorni di Pompei, di Eleuterio Ridolfi (1913), Das Cabinet des Dr. Caligari, di Robert Weine (1919), Inferno, di Francesco Bertolini e Adolfo Padovan (1911), premiato dell’Associazione Italiana Tecnici del Suono col “Premio speciale AITS per il migliore suono anno 2011”, e Blackmail, di Alfred Hitchcock (1929). Das Cabinet des Dr. Caligari e Inferno sono stati pubblicati, rispettivamente nel 2011 e 2016, in versione 5.1 surround su DVD dalla Cineteca di Bologna, nella collana Il Cinema ritrovato. Eseguite dal vivo dal gruppo romano, queste colonne sonore, in cui “la musica riesce a disegnare proprie architetture formali e a imporle allo spettatore […] vere e proprie operazioni sul tempo dell’ascolto” (4), sono state rappresentate oltre settanta volte in dodici Paesi, riscotendo ovunque consensi di pubblico e di critica, per il loro carattere di originalità e di attualizzazione delle pellicole originali. Su questi lavori di Edison Studio è stato pubblicato il volume, a cura di Marco Maria Gazzano, “Edison Studio. Il Silent Film e l'Elettronica in Relazione Intermediale”. (4)

Nell’ambito del progetto “Riraccontare Verdi”, nel 2001, in occasione del centenario verdiano, compone Su questa trama (per non dire l’Otello), per voce recitante e ensemble, su un testo drammaturgico di Vittorio Sermonti, opera commissionata della Società dei concerti “B.Barattelli”, ed eseguita in prima all’Aquila, dall’ensemble Freon, con la voce recitante dello stesso Sermonti.
Nel 2004 compone Souffle 1.2 (da Petrassi), per flauto e ensemble per il Festival Pontino (Mario Caroli flauto, Ensemble Algoritmo, direttore Marco Angius) e, sempre nel 2014, per la Banda dell’Aeronautica Militare, direttore Patrizio Esposito, scrive Eikon, per grande banda sinfonica ed elettronica, su commissione del CRM (Centro Ricerche Musicali di Roma).
Nel 2007 viene eseguito al Teatro Romano, per la "60.a Estate Fiesolana", Breath, per fisarmonica e live electronics, scritto su commissione dei Nuovi Eventi Musicali e dedicato a Francesco Gesualdi. Il brano è inciso su CD per le Edizioni Curci nel 2010, e poi nel 2020 per la EMA-Vinci.

Nel 2008 Mauro Cardi torna ad insegnare al Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila, dove è tuttora titolare della cattedra di Composizione e dove, nel 2012, idea e realizza il convegno internazionale “Comporre Oggi”, giunto nel 2020 alla sua IX edizione.
Nello stesso anno Alba, per zarb e elettronica, è selezionato all’ICMC (International Computer Music Conference) di Belfast.

Con Luigi Ceccarelli firma nel 2008 la partitura di Medea incontra Norma, per due soprani, ensemble ed elettronica, ideazione e regia di Cristina Mazzavillani Muti, soprani Tiziana Fabbricini e Laila Martinelli, opera commissionata dal Ravenna Festival.
Su commissione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino compone Tellus 6.3, per otto archi e quattro percussionisti (prima esecuzione: Torino, 8 febbraio 2010, Auditorium RAI - RAI Nuova Musica 2010 Interpreti: Ensemble dell’OSN RAI, Fabio Maestri direttore).
Per il 48° Festival di Nuova Consonanza, 2011, compone Parafrasi L (après Liszt), per pianoforte e banda sinfonica, Emanuele Arciuli, pianoforte, Banda dell'Arma dei Carabinieri, direttore Massimo Martinelli.

L'emittente televisiva Sky Classica, della piattaforma Sky Italia, nel 2011 gli ha dedica un docu-film, "Ritratto contemporaneo di Mauro Cardi", per la regia di Francesca Checchi.

Nel 2012, con Edison Studio, realizza il lavoro I luoghi comuni non sono segnati sulle carte, per quattro strumenti, dieci voci registrate e live electronics, su testi di Marco Martinelli, con la coreografia di Roberto Zappalà, su commissione della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” e della compagnia di danza Gruppo E-motion e, nel 2014, le musiche per En Dirigeable sur le champs de bataille, un docufilm del 1919, su commissione della Cineteca di Bologna.
Dalla collaborazione col sassofonista Enzo Filippetti nasce Zone (2014) per sax contralto, di cui, nello stesso anno realizza una seconda versione con elaborazione elettronica in tempo reale.

Ispirato al romanzo “Badenheim 1939′′ di Aharon Appelfeld, su un libretto scritto da Guido Barbieri, compone nel 2014 Il vento, dopo l’ultimo treno, per voce recitante e ensemble, su commissione dalla Società Amici della Musica “G. Michelli” di Ancona, in collaborazione con il Teatro Stabile delle Marche, la RAI e la Comunità Ebraica di Ancona, per il Giorno della Memoria. L’opera è stata eseguita ad Ancona e Firenze, con diretta Radio3, Carlo Cecchi voce recitante e il Freon Ensemble.

Nel 2017 compone La Follia, per viola (con viola d'amore) e orchestra d'archi, su commissione de I Solisti aquilani, per il violista Luca Sanzò, pubblicato in CD nel 2020 dall'etichetta Brilliant Classics. La partitura si ispira al celebre tema, la cui origine si perde nella notte dei tempi e su cui si sono avute nei secoli centinaia di versioni e variazioni, e testimonia l’interesse, che si coglie nelle opere degli ultimi anni, per l’elaborazione, attraverso processi compositivi del tutto inediti, di materiale musicale storicizzato, inserito in contesti del tutto altri.
Un’altra tappa di questa personale ricerca può essere considerata la Sinfonia (après Haydn 104), del 2019, per orchestra, con cui vince il bando SIAE “Classici di Oggi”, eseguita in prima a Bolzano dall’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, direttore Timothy Redmond. Nella Sinfonia Cardi cerca di penetrare nei meccanismi più intimi del pensiero haydniano, traendone ispirazione per un’opera originale da una distanza storica, ricercandone possibili paralleli, ma soprattutto frizioni e tensioni stilistiche e formali: un entrare e uscire dal mondo armonico, timbrico e motivico haydniano, in qualche modo per stabilire un contatto critico, un dialogo a distanza con l’autore.

In occasione del 55° Festival di Nuova Consonanza, con Miroir, (2018) per sei percussionisti su due marimbe, Mauro Cardi torna a scrivere per Ars Ludi, a cui lo lega una lunga collaborazione, aggiungendo un’altra opera al ciclo [Games]. Il ciclo si compone per ora di altre tre opere: Bazzle! (2013) per pianoforte a quattro mani, QO (2016), per Quartetto di Ottavini e Toy(Piano) Stories (2020), per Toy Piano e Flauto obbligato. Le opere del ciclo [Games] sono dedicate, in vari modi, a riletture di frammenti musicali storici, a sperimentazioni di processi compositivi, di notazioni inusuali, anche con l’adozione di elementi grafici personalizzati, senza escludere una componente prettamente ludica nella interazione tra gli esecutori e tra gli esecutori e il pubblico. “La propensione a ordinare un campo di azione, una griglia di norme è riscontrabile nella scrittura di Cardi il quale, una volta predisposte le norme e la partita, si concentra sulla messa a fuoco di un’idea sonora di partenza, a definirne i contorni, piegandola a intenzionalità espressive”. (5)

Nel 2019 Mauro Cardi torna al teatro musicale con Il Diario di Eva (GAMO International Festival, Firenze), opera semiscenica per danzatrice/attrice, soprano e ensemble, su un testo liberamente tratto dal racconto omonimo di Mark Twain. La musica, come già in opere precedenti, gioca su più livelli, creando essa stessa una drammaturgia: da un lato interpreta gli accadimenti edenici con gli occhi di Eva e dall’altro cerca di leggere gli eventi dall’esterno. E il primo riflesso sulla partitura è di ordine linguistico, oltre che materico, attraverso accostamenti espressivamente forti, assecondando e interpretando le tante sfaccettature dell’irrequieta e vulcanica protagonista. Nell’opera il personaggio di Eva si sdoppia, assumendo le vesti ora della danzatrice/attrice, che usa la traduzione italiana del testo, ora del soprano, a cui è affidato il testo originale inglese).

Nel 2021 ha composto, su libretto di Guido Barbieri, l’opera in un atto e sei capitoli Le ossa di Cartesio, per un attore, tre cantanti e grande ensemble, su commissione di Opera InCanto, andata in scena a Terni e a Roma per Nuova Consonanza. Il protagonista, dall'aldilà, rievoca i misteri associati alla sua morte: il presunto avvelenamento da parte di un inviato del papa alla corte di Cristina di Svezia, e la sparizione e poi dispersione per mezza Europa delle sue ossa. Oltre alla figura del raffinato pensatore, nell’opera viene a galla la sua umanità, le sue emozioni,  le sue gioie, le sue paure. Per dirla con una dei suoi ultimi scritti, che ha ispirato la composizione del libretto, emergono le sue "Passioni dell'anima". Dalla narrazione di Cartesio affiorano altri cinque personaggi, interpretati dai tre cantanti,  che ci accompagnano in un viaggio attraverso i sei “capitoli” dell’opera, scanditi dalle citazioni di altrettante Arie antiche, più un Concertato finale. Tra le arie antiche e la musica si intesse un gioco di dissolvenze e trasfigurazioni, a volte prolungandosi le arie fino ad entrare nella partitura con un frammento musicale, una figura melodica, altre volte intervenendo sulle stesse arie, con effetto di sospensione dei riferimenti armonici originali. Ma "Le ossa di Cartesio" è anche un'opera sulla bellezza del ragionamento speculativo, del “metodo" e delle simmetrie, un’opera che si dipana, anche visivamente, lungo le traiettorie e le intersezioni tra le passioni, inscritte nel piano cartesiano.

Nel 2023 ha aggiunto, con Edison Studio, un nuovo tassello all'elenco di opere dedicate alla rimusicazione di film muti, affrontando uno dei capolavori assoluti: Metropolis, di Fritz Lang, film del 1927. La composizione, scritta ed eseguita dal Collettivo Edison Studio (Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Vincenzo Core e Andrea Veneri) è stata commissionata da Milano Musica e dal Ravenna Festival. Eseguita in prima a Milano l'11 maggio 2023, è stata poi replicata a Ravenna, Roma e Bisceglie. La pellicola di Fritz Lang è presentata nella sua versione più completa mai ritrovata, frutto di un raffinato lavoro di restauro operato dal laboratorio Alpha-Omega Digital GmbH di Monaco di Baviera, portato a termine nel 2010.  Annoverato tra le opere simbolo del cinema espressionista, Metropolis è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno. Nella composizione di Edison Studio interagiscono suoni vocalici, suoni strumentali, meccanici ed elettronici e suoni d’ambiente: creati ad hoc ma anche attinti da fonti sonore prese in prestito dalla natura e dalla storia della musica. Portando sulla scena strumenti acustici, tradizionali e non, oggetti, strumenti informatici, orchestrati e trasformati dal vivo con le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e con le tecniche di diffusione del suono delle colonne sonore del cinema contemporaneo. Il ritmo delle immagini diventa musicale a sua volta, reinventando il tempo audiovisivo e mettendo in luce spazi e tempi altrimenti nascosti. La colonna sonora è intesa quindi come un tutt’uno, in cui anche i materiali extra-musicali, quelli che riduttivamente si potrebbero definire effetti sonori, sono parte integrante della musica.

Sempre nel 2023 ha composto la sua quarta opera di teatro musicale: Non parlate di me - Vita, morte e sogni di Marilyn Monroe, opera in un atto e sei scene, su libretto di Paolo Carradori, per soprano, attrice, voce fuori campo e ensemble. Una Marilyn Monroe che non ti aspetti, che non avete mai vista, ascoltata: curiosa, sensibile, fragile, poetica, immersa in una realtà, quella dell’industria hollywooddiana, che la voleva sexy, svampita, patinata e felice. Le parole, le sue e quelle del mondo che la circondava, costruiscono, in stretto rapporto dialettico e creativo con i suoni, una ragnatela emotiva e coinvolgente che ci rende una storia nella quale bellezza, talento e successo trasfigurano in tragedia. Non parlate di me, una spregiudicata rilettura, lontana da stereotipi e luoghi comuni, delle vicende umane e professionali di un’icona assoluta, della donna più desiderata al mondo che muore sola a trentasei anni. (Paolo Carradori). Rappresentata in prima a Firenze il 16 Dicembre 2023, presso il Teatro Le Murate, nell'ambito di GIF, GAMO International Festival, dal Gamo ensemble diretto da Francesco Gesualdi direttore, per la regia di Barbara Roganti.

Dal 2021 Mauro Cardi è nel comitato direttivo di Nuova Consonanza, di cui è stato Presidente dal 1999 al 2001. Socio fondatore della Scuola di Musica di Testaccio, ha insegnato Composizione presso i Conservatori de L’Aquila e di Firenze e dal 2021 presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma; tiene seminari e laboratori di Composizione e Composizione per le immagini in Italia e all’estero.

Le sue opere sono edite da Ricordi, RAI Trade, Curci, Edipan, Ut Orpheus, Semar, Sconfinarte, Sinfonica, Taukay ed incise su dischi Ricordi, RCA, BMG Ariola, Nuova Fonit Cetra, RAI Trade, Edipan, Stradivarius, Brilliant, Adda Records, Happy New Ears, Il manifesto, CNI, Taukay.

(1) Enciclopedia della Musica, Milano, Garzanti, 1996
(2) Ornella Rota, “L’alternanza di giochi e regole”, in “Suono”, N° 370
(3) Luca Conti, “Mauro Cardi: l’artigianato del comporre”, in “Idea”, Anno XXVI, N.6-7
(4) Marco Maria Gazzano (a cura di), “Edison Studio. Il Silent Film e l'Elettronica in Relazione Intermediale”, Roma, Exorma, 2014, ISBN 978-88-95688-89-3.
(5) Renzo Cresti, “Mauro Cardi, scrittura e artigianato”, in “Musica Presente”, Lucca, LIM Editore, 2019, ISBN 978-88-5543-001-2

Bibliografia e principali link esterni:

Wikipedia
Casa Ricordi
Catalogo Casa Ricordi
Archivi Casa Ricordi
AA.VV., Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti, diretto da Alberto Basso, volume Appendice; Utet, Torino, 1990, ISBN 88-02-04396-5, p.14
AA.VV., Dizionario Enciclopedico della Musica e dei Musicisti, diretto da Alberto Basso, volume Appendice 2005; Utet, Torino, 2004, ISBN 88-02-06216-1, p.105
AA.VV., Enciclopedia della musica Garzanti, Milano, 1996, ISBN 88-11-50467-8, p.141
AA.VV., International Who's who in Music, 12.a ed.1990; AAVV., consultant editor David Cummings, IBC Cambridge, ISBN 0-948875-20-8, p.120
AA.VV., Enciclopedia della Musica, diretta da Marco Drago e Andrea Boroli, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1995, ISBN 88-415-2055-8, p.184
Renzo Cresti, "Mauro Cardi, Scrittura e artigianato", in "Musica presente. Tendenze e compositori di oggi", LIM, Lucca, 2019, ISBN 978-88-5543-001-2, pp.174-178